Soen – Imperial

I Soen ci sembrano al massimo di questo nuovo viaggio sonoro che ci propongono con tutta la loro potenza di rock band che viaggia su due binari paralleli… l’hard rock ed il prog.

In internet si parla di loro come di un supergruppo e probabilmente lo sono. Il fatto poi che la propensione del gruppo sia quella di essere una heavy band con tocchi prog che riportano al passato, li pongono in uno scenario fin troppo sviscerato e che ormai non ha più senso rispolverare. Infatti la band guarda di più sempre al futuro e sfodera questo nuovo album, Imperial, dalle sonorità prettamente rock e, secondo noi, meno prog rispetto ai precedenti. Non mancano chiaramente alcuni tocchi alla Opeth dovuti, probabilmente, alla presenza di Martin Lopez, comunque quello appena ascoltato resta un album piacevole che in un certo senso si richiama al precedente splendido Lotus (almeno in alcune significativi passaggi) pur essendo, qui, la presenza metallica più marcata. L’apertura di Imperial, affidata a Lumerian diventa da subito energia allo stato puro dove al retro plettro chitarristico si aggiunge la splendida voce di Joel Ekelöf che trascina dietro di sé l’intera band capace di confezionare uno splendido rock dalle sfumature hard-prog. Lirismo e melodia fanno da contorno alla successiva e splendida Deceiver dove la batteria di Martin Lopez diventa una furia ritmica che dà  “forma e sostanza” alle scorribande di tutta la band che in questo pezzo è come se si stesse immortalando. Groove a tutto spiano e carica rock che si adagiano su momenti ad alta melodia pur nel rispetto di un tam tam di chitarra sostenuta dalle indescrivibili percussioni. Quando arriva Monarch, annunciato da sirene che ricordano gli allarmi di guerra, ci si aspetta davvero che giunga la guerra elettrica di questa band, ma la grandiosità di questo brano ci lascia senza parole al punto da suggerire a chi ci legge che l’unico modo per descriverlo è solo questo: “ascoltarlo”.

E così dopo il bello ed affascinante assolo di chitarra ascoltato fin qui ritorna la dolcezza in quello che di monarchico ha solo una cosa ….. il titolo. Illusion è il centro di tutto questo lavoro dei Soen che ha in sé un messaggio che è tutto dire ………. e basta guardare il video qui di seguito per capirne appieno il senso. Con Antagonist il viaggio anche politico di questo album continua fra paragoni che di politico hanno tutto ma la musica, quella di politica ha ben poco perché il rock che accompagna questo testo impegnato è il centro di un meccanismo complesso dove, anche qui, batteria e chitarra diventano il centro dell’attenzione di chi ascolta …oltre quello di chi guarda magari il video di youtube e comprende ancor di più il senso di questo pezzo tutto rock e nulla più. Quando giunge la bella Modesty i Soen ci sembrano al massimo di questo nuovo viaggio sonoro che ci propongono con tutta la loro potenza di rock band che viaggia su due binari paralleli… l’hard rock ed il prog. Ed anche qui le chitarre di Cody Ford navigano a vista disegnando le scale di un grande rock. E così mentre Dissident è un altro brano che viaggia tra ritmi che piacciono pure ad Ozzy Osborne anche qui ci entusiasma la solita chitarra che viaggia tra ritmi indiavolati e vellutate plettrate che nulla hanno a che invidiare ad altrettanti chitarristi. Ma anche la voce di Joel Ekelöf non è da meno quale strumento fondamentale di questa band che ha tutto musicalmente per essere come al solito definita……grande. Con la lirica di Fortune si chiude un album che ha nella coniugazione di rock cantato e suonato, di rock metal e richiami ad un prog d’autore il suo essere grande. Ed infatti mentre la chitarra di Cody Ford ci invade le orecchie, chiudiamo questi nostri passaggi che ci sono venuti di getto ma che non vogliono togliere niente a questo Imperial che è di certo un bell’album anche se in forma minore rispetto al precedente Lotus di due anni fa.

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