About The White – Behind The Light

Se siete appassionati di generi alla Pearl Jam, Joy Division, Soundgarden…beh, allora, siete nel posto giusto. I suoni sono quelli, non c’è nulla da fare, e gli About The White, pur avendo nelle vene i caratteristici colpi delle band sopra citate, sono riusciti poi a realizzare questo bel lavoro che, per gli appassionati dei generi citati, non può mancare nelle proprie discografie. Un album bello non c’è che dire, perfetto in tutte le sue sfumature, almeno quelle musicali visto che in redazione abbiamo ricevuto l’album in mp3. Ma comunque la potenza di internet ci ha anche permesso di dare un’occhiata alla copertina che la dice tutta sui tempi che stiamo vivendo. I quattro laziali comunque sanno bene come muoversi tra le molteplici sfumature di un rock fatto con amore e tanta passione. Infatti sin dall’apertura affidata a Chris, che altro non è che un omaggio al compianto Cornell cantante degli Audioslave e dei Soundgarden in piena era grunge, tutto il disco è un susseguirsi di emozioni in musica anzi, in rock, un rock che giunge nella misura giusta, perfetta potremmo dire. Gli About The White dimostrano con questo Behind The light di avere le idee chiare su tutto. Mai una sfasatura, mai un accavallamento di note tra strumenti, voci perfette, insomma tutto quanto il giusto corollario per dire che questo disco, nei generi che rappresenta, manca poco per essere un capolavoro. E non esageriamo a dire ciò, la nostra è convinzione non di genere, ma di sostanza, si perché Behind The Light di sostanza ne ha proprio tanta. Qui c’è tutto il sound degli anni novanta, qui ci sono tanti di quegli imput musicali di matrice nirvaniana, e non solo quelli, perché lo sforzo degli About The White nel coverizzare pezzi come Bohemian Like You dei Dandy Warhols e Jumpin’ Jack Flash dei Rolling Stones è un omaggio a quella musica che ha ispirato sia loro che tutto il movimento dei ’90. Praticamente nelle mani abbiamo avuto un disco che guardando al passato propone vecchie sonorità rielaborate ai nostri giorni. La stoffa c’è tutta, dalla voce potente di Luca Praino al tam tam bassistico di Stefano Ermini poi, in futuro si vedrà, per ora un disco ben fatto che vale la pena ascoltare e, possibilmente, avere.

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