Qvintessence l’album d’esordio dei Qvintessence a tutto rock.

Ne avevamo anticipato su questo stesso sito al Link , ma ora che dopo i singoli Ghosts e Focus on the Crash abbiamo ascoltato l’intero album “altro che disco senza fronzoli”! qui il rock è essenza, è  magma, è tutto il sound che ti aspetti quando si parla di rock, è il rumore di chitarre in ordine mai eccessive, ben calibrate per creare un sound bilanciato, senza fronzoli, un sound che va dritto al cuore e non solo di chi il rock lo ascolta ma anche a quei tanti musicisti e musicofili che ci sono in giro. Già, perché quando parte Ghosts il concetto è subito quello: qui c’è solo rock vecchio stampo ma così attuale da farti subito viaggiare con i piedi che battono e la voglia di ballare. Non vogliamo assolutamente fare paragoni con altre band, ma ci viene spontaneo quando ascolti ad esempio Bandog che richiama certi battiti stile AC/DC ma anche Queen, insomma classic rock come tutti lo conosciamo….e che dire di questi bolognesi Qviuntessence…. nulla perché sono semplicemente perfetti, perché tutto quadra qui. Con Bee l’atmosfera cambia dolcemente e sembra lo stile Gun’s Roses che piomba dentro il pezzo, segno che i ragazzi di musica di genere ne hanno ascoltato davvero tanta….tant’è che nel sangue scorre rock. Ed allora? Allora vuol dire che alla fine i Qviuntessence sono una band….come si dice?….tosta! ma sa anche essere delicata, basta ascoltare la bella apertura di Bee, emulazione di un rock lento che quando eravamo giovani si preferiva toccare o altro in auto soprattutto, insomma nessuna giustificazione, ma qui il pezzo è in vena sex…almeno per noi, poi nella musica e  nella voce c’è tutto il rock cazzuto che è sempre piaciuto a chi il rock non solo lo ha ascoltato ma anche studiato. Ancora chitarre e chitarre con l’omonima Qvintessence che ha un’apertura capace di ricordare da lontano un’altra apertura stesso stile di un brano dei vecchi Litfiba, ma qui è sempre stile Qvintessence, quello stile che ci racconta che qui, in questo disco, c’è anche un filo conduttore, un binario dove si sviluppa una storia…come avviene per i concept e questo, lo si può considerare in tal modo. Ed i brani, così come apprendiamo, sono tutti scritti dalla coppia Omar Macchione – Francesco Grandi il primo chitarrista, il secondo “la voce” ai quali si aggiungono Giacomo Calabria alle percussioni e Luca Nicolasi al basso per quella che è la classica formazione rock. Nei brani successivi si continua a sentire rock ad alto tasso sonoro come accade con Not Aganist Me, Focus On The Crash ed altre che sono rock ad alto tasso stelle e strisce o alla Union Jack, fate voi. Ad un certo punto arriva poi One Like Me una gran bella ballata rock che a questo punto del disco non dispiace, per chiudere poi con Ghosts (Single Edition) che richiama in modo diverso l’apertura dell’album, quel Ghosts che ci ha aperto lo scrigno di una grande band emiliana che non conoscevano ma che ci ha indotto ad ascoltare con curiosità. Che dire altro, di certo che la Deepout Records ci ha visto bene!

Prodotto da: Qvintessence

Registrato da: Marco Lipparini al Crossover Studio (San Lazzaro di Savena , BO) e da Michele Suzzi al Zeta Factory Studio (Carpi, MO)

Mixato da  Michele Suzzi al Zeta Factory Studio (Carpi, MO)

Masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Studio (Tredozio, FC)

 

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