The Paper Kites: The Paper Kites At The Roadhouse

Ogni tanto il nostro compito è fare pulizia nel pc per cercare di capire quanto lavoro ci resta da fare e c’è da dire che, volendo, si potrebbe anche non finire mai ma, umanamente, ciò non è possibile. Chi come noi fa questo non per lavoro ma per passione, è ben capace di lasciarsi trascinare dai “compiti” invece che per il piacere dell’ascolto. Ed il piacere in questione questa sera lo abbiamo trovato ascoltando l’interessante lavoro dei The Paper Kites “The Paper Kites At The Roadhouse” pubblicato il 1 settembre dello scorso anno. Certo di tempo ne è passato, ma da qui si capisce bene quanto sia in arretrato il nostro lavoro e non vorremmo dire che forse, questo disco, in realtà ci è sfuggito dagli ascolti e ne siamo colpevoli. Stasera invece abbiamo ritrovato un po’ di calma dopo gli ascolti necessari per la nuova puntata settimanale di areARock ed ora, eccoci qui, con in mano questo meraviglioso disco che dà serenità nella sua grande semplicità. In questa produzione ci sono sound che si legano tra loro, suoni che corrispondono a grandi come Cat Stevens, James Taylor, C.S.N.&.Y. e consimili, e la musica alla fine è quella che la fa da padrone assoluta, fuori dalle concezioni più difficili di generi che si contaminano perché qui, in questa produzione, la musica è semplicità pura, è apice sonoro e calma dei sensi, ma anche brividi per la schiena. E bisogna dire grazie alla band di Melbourne in Australia per quello che ci hanno regalato con questo disco legato alla visione della semplicità, della non belligeranza, della musicalità totale. Ed è così che da Midnight Moon, il brano di apertura, a quello di chiusura dal titolo Darkness At My Home, tutto si muove nell’ambito della sobrietà, della semplicità, ma anche della bellezza di un rock che troppo poco ascoltiamo e di canzoni cariche di emozioni e di narrazioni tradizionali, troppo semplici per  i tempi che corrono. Eppure, questo lavoro dei The Paper Kites, pubblicato lo scorso anno che a noi è sfuggito per distrazione di accumulo perché rimasto lì, sotto una pila di cd, merita tutta l’attenzione e l’ascolto che questa sera gli abbiamo dedicato e che continueremo a dedicarli, ogni tanto, nel tempo a venire perché è davvero un disco che né io né voi che ci leggete possiamo perderci.

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