I francesi Nine Skies ed il nuovo album The Lightmaker

I Nine Skies si sono affermati negli ultimi anni come una delle band più interessanti della scena Prog moderna. Il nuovo album “The Lightmaker” uscito lo scorso 18 settembre contiene 8 lunghi brani, a cui partecipano anche alcuni ospiti di prim’ordine. Dedicato a Eric Bouillette, l’album racconta la storia di Rudy, che ora sta vivendo la sua 1001esima e ultima vita. L’album si apre con “Intro: An Fánai“, una breve introduzione composta da delicati arpeggi che creano un’atmosfera sognante. Una voce calda ed espressiva apre “The Explorer”, con Riccardo Romano. Una solida sezione ritmica composta da elaborate linee di batteria e bassi portanti caratterizza la struttura del brano, arricchita da continui cambi di tempo. Intrecci di tastiere e chitarra si alternano con passaggi energici a morbide aperture sinfoniche, sviluppando una traccia intensa e ricca di pathos. L’imprinting progressive della band viene esaltato, immergendoci e accompagnandoci in questo prezioso viaggio attraverso le loro sonorità decisamente personali. Nella seconda metà il brano si sposta verso il finale in un crescendo musicale, terminando con una voce delicata. Un’intro con orchestrazioni apre invece “The Dreamer” a cui partecipa un altro eccellente cantante: Martin Wilson. Nella prima parte del brano arpeggi di chitarra e tastiere caratterizzano le melodie, mentre la sezione ritmica è costituita da linee di basso profonde e drumming minimale. Con un successivo cambiamento di linea musicale si sviluppa un’intensa sezione strumentale con un fine assolo di chitarra. L’intensità aumenta con il passare dei minuti, facendo crescere la canzone con una buona alternanza di parti strumentali e cantate che esaltano la voce energica di Martin. Nella seconda parte, la chitarra prende il comando con un esteso inserto solista che ci accompagna fino al finale. “The Chaotic” inizia forte, con riff di chitarra grintosi e distorti e una massiccia sezione ritmica che mostra il lato più duro della band. Il brano vede la partecipazione di Adam Holzman alle tastiere e Arnaud Quevedo & Laura Piazzai alla voce, artisti esperti nella scena Prog. Le parti vocali sono arricchite da effetti, alternando parti cantate e parlate in un intreccio di voci maschili e femminili. Toccando in certi punti le sonorità del Prog Metal, con prolungate percussionismi e atmosfere a tratti cupe, la canzone risulta molto elaborata piena com’è di interessanti passaggi tecnici. Nella seconda metà le tastiere di Adam ci offrono un assolo esteso che porta il suono ad un livello molto alto, e ci accompagna fino al finale dove la chitarra offre un inserto solista virtuoso. Siamo a metà di questo eccellente lavoro, e “The Lost” vede Kristoffer Gildenlöw al basso e voce. A differenza della traccia precedente questa è più morbida, nella prima metà, e poi nel mezzo scatena tutta l’energia che la band ha da offrire. Riff pesanti e una potente sezione ritmica si alternano ad aperture melodiche con arpeggi chitarristici, in un costante crescendo musicale che culmina con una sezione strumentale oscura e marcatamente pesante. Si continua con “Interlude: The Wanderer” èun breve passaggio di 1:27 minuti con suoni sinfonici che ci porta alle due lunghe epopee che concludono la tracklist. Con Charlie Bramald alla voce, “The Haunted” supera gli 11 minuti di durata. Melodie positive e fine intreccio di chitarra e tastiera, con una percussività e molto ritmo di batteria che caratterizza il brano. L’album si conclude con un’altra epopea di oltre 11 minuti “The Architect” a cui partecipano John Mitchell alla chitarra e Marco Minnemann alla batteria. Alla voce Achraf El Asraoui interpone il testo con pathos e canto molto dinamico e tecnico. Una traccia che incorpora il Rock Progressivo con un tocco mediterraneo, sviluppando passaggi e cambi di tempo elaborati e molto tecnici. Un buon amalgama di Prog Rock e Metal, passaggi più delicati e tratti pesanti, con parti strumentali e cantate che si alternano in un unico vortice di emozioni. Il brano e il disco si concludono con un intenso assolo di chitarra che ci lascia venire voglia di riascoltare questo ottimo lavoro. Questa band conferma e migliora ad ogni uscita ciò che di buono aveva fatto in precedenza. L’album è composto da otto tracce intense dall’inizio alla fine, marcatamente Progressive Rock, con un’ottima alternanza di parti cantate e parti strumentali elaborate e tecniche. I collaboratori ospiti dell’album danno il loro contributo mettendo il proprio timbro sui vari brani a cui partecipano. Un altro capolavoro prodotto dalla band francese, che riesce a impressionarmi positivamente ad ogni uscita discografica. un ascolto consigliato per tutti gli amanti delle sonorità del Rock Progressivo, riuscendo a portare le atmosfere classiche del genere in un contesto moderno e marcatamente personale.

Tracklist

  1. Intro: An Fánai (2:38)
    02. The Explorer (6:08)
    03. The Dreamer (8:01)
    04. The Chaotic (7:18)
    05. The Lost (9:12)
    06. Interlude: The Wanderer (1:27)
    07. The Haunted (11:25)
    08. The Architect (11:18)

Lineup

Alexandre Lamia / Guitars, piano
Anne-Claire Rallo / Keyboards
David Darnaud / Guitars
Alexis Bietti / Bass
Johnny Marter / Drums
Achraf El Asraoui / Vocals on “The Architect” (8)

Guests:
Riccardo Romano / Vocals on “The Explorer” (2)
Martin Wilson / Vocals on “The Dreamer” (3)
Adam Holzman / Keyboards on “The Chaotic” (4)
Arnaud Quevedo & Laura Piazzai / Vocals on “The Chaotic” (4)
Kristoffer Gildenlöw / Vocals & Bass on “The Lost” (5)
Choir on “The Wanderer – Interlude” (6): 50 people who took part (names list on the booklet)
Charlie Bramald / Vocals on “The Haunted” (7)
Marco Minnemann / Drums on “The Architect” (8)
John Mitchell / Guitar solo on “The Architect” (8)

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