I The Rootworkers rilasciano il 7 ottobre prossimo singolo e video Dirty Ceiling anticipazione dell’EP d’esordio

Da venerdì 23 settembre è disponibile sul canale YouTube della psychedelic rock blues band marchigiana The Rootworkers il singolo e video “Dirty Ceiling”, anticipazione dell’EP d’esordio “Attack, Blues, Release” in uscita il 7 ottobre in cd e digitale.

Dichiarano i The Rootworkers“Dirty Ceiling è il cavallo di battaglia della band, forse il brano che più ci rappresenta. Le chitarre scottano, la sezione ritmica pedala freneticamente per 2:19 minuti e l’armonica ci riporta direttamente con i piedi nelle acque fangose del Mississippi. Una soffitta sporca, malmessa, un luogo dal quale esce rumore, o anche musica dolce. Un elogio al nostro tempio, luogo sacro e profano, che nei suoi pochi metri quadrati ci rende liberi e apre possibilità di viaggi senza confini”.

Il video è stato realizzato e montato da Greta Papaveri, con le addizionali riprese in VHS di Hevan Belardinelli.

The Rootworkers nascono nel 2019 a cavallo delle provincie di Macerata ed Ancona, nei meandri di quelle campagne appignanesi dove stabiliscono la propria base operativa. Sin dai primi esperimenti in sala prove trovano affinità nello studio della musica nera, incentrando la loro ricerca sulla costruzione di suoni acidi, stridenti, intrisi di grooves che trascendono il blues classico. Un’indagine musicale ed estetica che riparte dalla traccia, dal frammento, riportando quell’atmosfera nebulosa e labirintica di un paesaggio sonoro in sospensione. La formazione è composta da Enrico Palazzesi al microfono/chitarra ritmica/chitarra slide, Lorenzo Cespi al basso, Andrea Ballante alla chitarra solista e Enrico Bordoni alla batteria/piano. Nel 2021 la band ha partecipato al contest Homeless Fest 15 classificandosi al primo posto.

Ora “Attack, Blues, Release” è l’EP d’esordio deiThe Rootworkers. Concepito tra febbraio e marzo 2021, il lavoro è composto da sei tracce che si ispirano, rimodellandone le strutture, ai più grezzi rock blues, soul e rock’n’roll, nonché alla psichedelia degli anni ‘70. Un travolgente condensato di ritmiche swing e boogie accompagnate da suoni taglienti e acidi sorreggono una voce calda e distorta che declama testi tanto ispirati al quotidiano – dal lavoro al modo di vivere – quanto introspettivi ed onirici. Come nella musica, in cui l’attacco e il release disegnano l’inizio e la fine di un suono, secondo i The Rootworkers anche nei meandri della vita si trova un incessante ripetersi di cominciamenti ed interruzioni, l’infinita ripetizione delle umane vicissitudini che lascia irrompere emozioni che animano i cuori, vengono assorbite, si affievoliscono fino a spegnersi. Da qui il titolo del lavoro, con il blues in mezzo, vero faro e baricentro: un continuo nascere e morire, come la scintilla primordiale che si espande sino ad accendere un grande fuoco, intorno al quale danza la vita, e dalle cui ceneri nasce nuovo terreno fertile.

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