L’esordio dei The Bowers con “Pieno Mezzo Vuoto” è un’esplosione di alternative senza fronzoli

Tra un cantautorato che spazia tra pop e punk rock italico, si presentano questi The Bowers progetto musicale che prende vita nel lontano prende 2016; il loro è un vero e proprio melting pop sonoro che viaggia attraverso stili che la band naviga con vera padronanza. Bello il magnetismo sonoro delle chitarre, che guardano ad un sorta di punk post dove non mancano neanche gli ammiccamenti al crossover, senza disdegnare nemmeno il nu metal. Tuttavia, il messaggio sonoro dei The Bowers è fatto di spigolature marchiate a fuoco da un rock essenziale, sempre a sostegno del testo e mai troppo in viaggio da solo. Un primo passo interessante che prende corpo con “Quanto basta” è proprio questo brano di apertura, poi un appagamento uditivo arriva già con il secondo pezzo in scaletta, “Vuoti”, ballad ispirata e concreta di humor chitarristico. Si continua con “Nebbia” che in apertura dà spazio al duo di sempre in gruppi così, vale a dire chitarra e batteria,  ma il brano scivola in un alternative primordiale che lascia diversi segni in giro. E così, mentre “Mario Livore Bros” è puro gioco punk rock, ma infarcito di atmosfera, quasi più rock che punk, “Donna Fugata” è invece il mantra di una band che oltre al carattere ha idee da vendere. Chiude questo esordio “Giugno” che si muove su richiami di un rock d’altri tempi quasi un unplugged iniziale che diventa però rock ad alto tasso esplosivo ma controllato da quattro musicisti senza fronzoli. Noi fin qui abbiam parlato solo del dato musicale, ma nei testi mentre si parla di amore non corrisposto, di depressione, dipendenza, del Mario Bros dei videogiochi, di monogamia, e di aggressione, si viaggi in territori che lasciano riflettere senza scampo su situazioni che abitano i nostri giorni massicciamente ormai. Ora, al di là di ciò e a discapito del titolo di questo esordio, vale a dire “Pieno Mezzo Vuoto”, qui in realtà siamo di fronte al concetto del bicchiere “sempre pieno sempre vuoto” dato l’alto tasso di vorticosità musicale che i The Bowers ci propongono. Finora bene, non c’è che dire, e del risutato è anche artefice l’attenta etichetta della Overdub Recordings con la distribuzione via Ingrooves/Universal, speriamo ora che nel proseguio non si perda la strada intrapresa che, a sentir la musica, vale la pena continuare a perseguire.

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