El-Faceless Night Lines: A Sky Of Fallen Planets

Uscito lo scorso 3 giugno e composto da ben sedici tracce che si dilatano con il tempo e lo spazio, A  Sky  Of Fallen Planets ci  immerge direttamente all’ascolto di un mondo che sembra non appartenerci, quasi una sorta di liquidità amniotica che si allarga traccia dopo traccia fino alla chiusura del disco. Atmosfere irreali che riempiono lo spazio circostante di metafore quotidianamente vissute, quelle situazioni che ogni giorno alimentano il nostro vivere e che solo le arti come la musica riescono a mistificare. Il lavoro di El-Faceless Night Lines, italianissimo di fatto, è così intimo e sofisticato da sfiorare quella linea che viaggia tra spazio e tempo, tra paradiso ed inferno, tra incubazione e nascita, una produzione che con le composizioni di questo A Sky  Of Fallen Planets è maniacalmente lucida nelle sonorità. Da una parte ci sono gli echi dei Sigur Rós, dall’altra quella dei Mùm il cui sound è caratterizzato da una miscela di elettronica ed una presenza vocale molto lieve anche se poi qui,  in pezzi come A.6-Lux, Herre Comes The Embrage, sembra di sentire gli stessi tocchi acustici di Gilmour. La profondità del concetto di manierismo musicale, appartiene tutto a questa produzione che viaggia istantaneamente nella temporaneità dell’atto musicale e nella dilatazione delle battute musicali stesse. Un pò quello stesso concetto che El-Faceless Night Lines ci fa vivere trasmettendo quell’ansia serena che colpisce durante l’ascolto, ma anche dopo, quando ad hi-fi spento si sentono ancora nelle orecchie le onde di un magnetismo sonoro che trascina mentalmente in modo cosmico. A Sky  Of Fallen Planets è un disco diverso, un lavoro che racconta di torture e di quel vuoto esistenziale trasportato in un differente cosmo mentale, si proprio lì dove la mente non ha limiti come quel prolungarsi di un messaggio musicale unico e nuovo che si muove tra avanguardismo, industrial ed il concetto di elettronica molto estensivo ed aperto. Un caso da approfondire e studiare con un’avidità terrena per un disco che non si ferma qui m va oltre il suono.

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