Fugazi – Fugazi

Parlare dei Fugazi non è semplice; il potere di questa band non sta tanto nella produzione in studio quanto nelle loro esibizioni live dove hanno da sempre scatenato tutto il possibile. Il sound dei Fugazi mette insieme l’hardcore, il jazz-core e lo slo-core con un tocco di personalità unica nel genere. Qui non si parla di vero e proprio hard-core anzi, si può ben dire che facciano del vero e proprio post-core essendo stati gli ultimi di quel filone musicale che univa sound feroce come il punk degli ultimi anni. Potremmo addirittura dire che i Fugazi sono gli ultimi di una generazione andata via senza salutare che abbiano fatto vero “rock”. Ci si accorge subito di ciò ascoltando questo lavoro omonimo del 1988 nel quale con soli sette brani spalancano le porte ad un genere che diventerà il simbolo di lavori di altre band. Provenienti da Washington D.C. nei loro testi c’è tutta la rabbia di un’intera gioventù (e non solo), ma c’è anche tanta ricerca e tanta sperimentazione. Altro segno che contraddistingue la band è poi l’autoproduzione, il saper e voler essere indipendenti da qualsiasi etichetta, da qualsiasi marchio, tranne il loro. Già nel nome vi è tutta una storia perché, Fugazi, è un acronimo che l’esercito degli Stati Uniti d’America utilizzava durante la guerra in Vietnam per indicare circostanze particolarmente pericolose nei combattimenti, ed è qui che si trova anche il messaggio politico della band che in parole povere sta a significare Fucked up, got ambushed, zipped in, vale a dire fottuti caduti in un’imboscata, ficcati in un sacco nero e mandati a casa (cit. Wikipedia). Ma torniamo al nostro lavoro strettamente legato all’aspetto musicale. La pubblicazione di questo omonimo Ep, Fugazi, dimostrò fin da subito quanto i Fugazi fossero fantastici: il brano di apertura, Waiting Room, anche se definito da molti il pezzo più bello della band, ha nel basso la vera essenza di tutto il lavoro fatto per questo pezzo. Qui, lo strumento nelle mani di Joe Lally è quasi dubby, potente e sta forse qui tutto il segreto di quest’apertura che li ha resi da subito riconoscibili per il sound, anche per quello che seguirà nei successivi lavori. Con Bulldog Front si assiste invece alla potenza delle voci e delle chitarre di Guy Picciotto e Ian MacKaye che sono da subito inquadrati come coloro che detengono l’assoluto potere di una band che i suoni non li produce ma li sviscera. Quando giunge il momento di ascoltare Bad Mouth sembra che tutto il movimento che questa band è in grado di scatenare si fermi per un attimo, almeno su disco, perché poi quello che accade negli spettacoli dal vivo è tutta un’altra  musica. Con Burning il passaggio ad un’atmosfera più morbida è evidente nonostante la voce di Guy Picciotto sia infarcita di una rabbiosità davvero splendida. E’ invece con Give Me The Cure, che se ne dica, che si giunge al vero capolavoro, almeno per noi, quasi un surclassamento di quella Waiting Room che in molti idolatrano, un vero e proprio classico con assonanze punk di vecchia memoria. Ed eccoci ora a Suggestion pezzo che apre ad un rock puro pur meno accademico di quello che tutti conoscono e praticano. Il songwriting musicale qui scivola su ritmiche che restano nella mente, come i famosi tre accordi che sono sufficienti a fare del buon rock. Le svisature e le schitarrate che richiamano ad un punk diverso da quello conosciuto fanno capire come i Fugazi siano non una band ma “la band” dagli ampi schemi. Già, perché se prendete ad esempio i Red Hot Chili Peppers vi renderete conto che questo è un pezzo al quale molti dei loro lavori, probabilmente, si sono ispirati. La chiusura di questo Ep è invece un post punk che con Glue Man viene del tutto sviscerato grazie ad echi fantasma dei suoni e dei temi che tutto l’EP ha toccato. Come non considerare questo EP d’esordio un’opera fondamentale dell’hardcore, anche se poi la stessa è incentrata su quello scenario apocalittico che smuove emozioni esasperate in maniera bestiale fino a squarciare le psiche di chi ha il coraggio di andare a riascoltare un simile lavoro. Fugazi, allora, ma solo per coloro che non devono chiedere ……. mai!

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