King Gizzard & The Lizard Wizard – Murder Of The Universe

I King Gizzard e The Lizard Wizard con Murder Of The Universe dimostrano di possedere buone idee e prolificità compositiva. Con innesti tra psichedelìa, space rock e rock, hanno coniato un loro di modo di fare musica che li ha portati a concretizzare le proprie idee che non sono mai banali. Infatti, quello che è il secondo appuntamento del 2017 (hanno prodotto ben quattro album nel trascorso anno), Murder Of The Universe è il nuovo passaggio di un percorso avviato con l’uscita di Flying Micronatal Banana in cui la band  conferma la linea musicale verso la quale si sono catapultati i membri di questa band australiana sempre più alla ricerca di una sonorità più marcata tra psichedelia alla Hawkind e rock garage più temerario.Se nella prima fase di un 2017 ambizioso Flying Micronatal Banana ci ha messo di fronte a suoni psichedelici ma anche acidi che riportavano indietro a certe composizioni greatefuldiane, in questo nuovo lavoro ci troviamo invece di fronte ad una delle  svolte essenziali per una band che ha davvero tanto da dire in fatto di rock e psichedelica. Eppure ad appena due mesi da Flying Micronatal Banana  questo nuovo lavoro, Murder Of The Universe, è come un libro avventuroso diviso in tre capitoli ed annunciato con l’uscita di Han-Tyumi & The Murder Of The Universe. Di  sicuro siamo di fronte al  concept  più articolato della band che attraverso ben ventuno tracce, come in una sorta di racconto tolkiniano, trasportano l’ascoltatore verso un ignoto che è raffigurato da quello che sarà il prossimo passaggio, quasi un sogno anticipato di ciò che ci aspetta nell’imminente futuro. Murder Of The Universe viaggia su splendide liriche e suoni che, nella concezione complessiva del disco, è puro  psycorock. Dalla loro parte,  poi, la presenza di una componente strumentale assolutamente di prim’ordine grazie alla presenza di ben due batteristi e tre chitarre che scintillano per suono che nelle rincorse armoniche generate.; davvero un bel corposo terreno su cui muoversi.  L’apertura di Murder Of The Universe , affidata al brano A New World tende a proiettare l’ascoltatore (per noi è stato così) in quel mondo che in passato apparteneva ai Black Sabbath di Vol. II, un pezzo quanto emblematico che preannuncia quanto avverrà in seguito. (Non emulazione nonostante nei Black questo capitasse spesso ma siamo nel 2017 e i Black…..). Con Altered Beast I giungono a noi atmosfere più hawikindiane alimentate da un rock ben sostenuto dove intrecci chitarristici e tam tam ritmici velocizzano il corpo del brano portando il tutto verso quel probabile collasso psichedelico che dimostra la devozione dei King Gizzard agli onnipresenti Hawkwind. E veniamo alla storia che i King Gizzard e The Lizard Wizard narrano in questa loro ultima fatica: suddiviso in tre racconti separati, nel primo viene raccontato l’incontro tra un animale ed un essere umano dove,  la tentazione di quest’ultimo di diventare una sorta di essere ibrido, un essere metà umano e metà animale, viene accarezzata per la immensa sete di potere. A differenza dell’uomo però la bestia perde ben presto la propria identità con l’assorbimento dell’altra coscienza, quella umana, morendo alla fine di pura follia. Qui la musica è trascinante, ammirevole, il supporto che viene dato alla narrazione con i suoni è da veri maestri; sembra quasi di assistere ad un’opera acida dove la componente principale è il rock, un rock “potente” e ben sviluppato a sostegno dei momenti epici narrati.La seconda storia è invece incentrata su una battaglia tra due entità che rappresentano la forza della luce contro le tenebre. Anche qui la musica non lascia spazio a nulla, anzi alimenta bene quelle immagini che i King Gizzard e The Lizard Wizard vogliono trasmettere e così, anche in questo passaggio, così come nel primo, il testo e il psychedelic-rock garage che ne scaturisce la dicono tutta su questi ragazzi venuti dalla lontana Australia, ottimi musicisti che pian piano si stanno facendo sempre più  largo nel panorama internazionale a suon di rock psichedelico. Nella terza ed ultima storia narrata, un cyborg acquisisce coscienza ma alla fine, confondendosi, decide di creare una nuova creatura che si fonderà con la stessa macchina che il cyborg ha generato spingendola fuori controllo portandola ad una esplosione finale che contribuirà al blocco totale dell’universo. Ecco allora che il titolo dell’album prende finalmente corpo. Ma al di là della storia contenuta in Murder Of The Universe non va sottaciuto il fatto che quest’ultima fatica dei King Gizzard e The Lizard Wizard è davvero valida per la struttura musicale in esso contenuta, così come per la storia raccontata ma lo è anche, e soprattutto, per l’essere riusciti a riportare il pubblico ai fasti di un passato glorioso dove lo space rock è stato degnamente rappresentato da gruppi che ancora oggi sono capaci di  influenzare, e molto, i generi delle nuove band in circolazione. E questi australiani hanno capito bene la lezione catapultandosi in un genere che oltre a prevedere innesti psichedelici con il rock ma anche con lo space rock, hanno coniato un loro di modo di fare musica che li ha portati a mettere in chiave rock le proprie idee che non sono mai banali. Lo dicevamo prima, i King Gizzard e The Lizard Wizard hanno dalla loro idee e capacità organizzative ben delineate.

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