Bastano due album per poter affermare che siamo davanti ad un caso? Forse sì perché questa seconda produzione dei Black Midi, che giunge a noi con Cavalcade, ci lascia stupiti ed esterrefatti e vi spieghiamo perché: partiamo dall’apertura con quel John L., una vera e propria scarica di adrenalina musicale che la giovane band londinese ci propone, e se questo è l’inizio…. E infatti, è raro all’inizio di un disco trovarsi subito catapultati all’interno di un crogiuolo di suoni, con da una parte una sezione ritmica che gioca con toccate intercambiabili e dall’altra le chitarre che sono il centro di un math-noise instancabile e dirompente. Comunque sia il pezzo già è il segno che qui ci si troverà di fronte ad un disco che lascerà il segno. E succede subito perchè, quando arriva Marlene Dietrich siamo alla presenza di un vero capolavoro con la chitarra pizzicata e la voce che ci trascinano in una ballad classica dirompente e dalle atmosfere vellutate da far girare la testa, insomma un classico dei classici. La successiva Chondromalacia Patella ci sembra giocare molto su improvvisazioni pur diventando poi una scrittura alquanto morbida e precisa, un scrittura, meglio partitura, che alla fine, insieme agli altri momenti musicali qui presenti, rende questo disco un altro capolavoro. Resta il fatto che proprio in un capolavoro di tal genere che guarda ad un’infusione di suoni, si presenta Slow che investe tutto il rock progressive che ci è tanto caro, con intrusioni anche hard che non disdegnano. Cavalcade si conferma quindi ancora un disco fatto di generi diversi sì ma di idee ben precise ed uniche. E mentre Diamond Stuff diventa un vero e proprio sperimentalismo sonoro, dove anche le “voci” sperimentano una loro dissonanza, giungiamo all’inizio struggente di Dethroned che diventa subito progressive elaborato ed infilzato da “agenti jazz”, un pezzo che è senza alcun dubbio uno dei più belli ed interessanti di tutta la produzione. E se la successiva Hogwash and Balderdash è quanto mai cervellottica … anche se piacerebbe certamente ad un mio amico di radio…., Ascending Forth, che ritorna alla dolcezza di Marlene Dietrich chiude in bellezza un disco che ancora una volta, si rivela all’altezza dell’esordio e….. non è da tutti.
Tracklist
- John L
- Marlene Dietrich
- Chondromalacia Patella
- Slow
- Diamond Stuff
- Dethroned
- Hogwash And Balderdash
- Ascending Forth