Aspic Boulevard – Memory Recall of a Replicant Dream

E’ uscito lo scorso anno il primo disco degli Aspic Boulevard dal titolo Memory Recall of a Replicant Dream, un disco che con un certo rilassamento ci riporta a suoni che non si possono dimenticare per i motivi più disparati; non staremo qui a tediarvi su questi motivi perché avendo tanto da dire su questo disco e questa band non ne abbiamo il tempo per cui…. Iniziamo con l’affermare che l’etichetta londinese che ha deciso di pubblicare questo lavoro, ha fortemente creduto in questo italico progetto che da quanto abbiamo ascoltato, non solo prevalica i confini italici ma ingloba in sé tutte quelle sfumature di rock, psichedelia, kraut e post che man mano che il disco va avanti diventano intense. L’apertura di Memory Recall of a Replicant Dream è affidata a Interference, un brano che spazia nei suoni di epoche lontane quando lo space rock non era solo un’idea, suoni o sonori segnali interstellari che in passato appartenevano a band come gli Hawkwind, o come gli Oziric Tentacles dei quali ne abbiamo parlato su www.psycanprog.com più di una volta. Ma la cosa che ci stupisce un po’, anzi di molto, è che proprio l’apertura dell’intero disco sa di antichi passaggi alla Procul Harum e, quindi, siamo in piena era progressive perchè proprio i Procol furono tra i primissimi esponenti di quel filone musicale. En Plein Air è l’ulteriore passaggio a quella psichedelia di inizio avvento quando a spargere allucinazioni era gente che in quel di Canterbury coniava un prog più votato al jazz, e tutto a dispetto della già metropolitana Londra o, come si ascolta verso i tre minuti di questo brano dove sembra di essere in Atomic Domine dei Pink, ma quelli erano inglesi e questi son siciliani. Siamo convinti che i suoni sono quelli, ma siamo anche certi che aver fatto la spola tra la Sicilia e Londra abbia avuto sicuramente il suo impatto …..come capita spesso anche a me che sovente son lì proprio a Londra. Comunque sia i due nostrani polistrumentisti, con questo viaggio musicale offrono tutte quelle che sono le influenze e gli ascolti fatti ed assorbiti nel tempo. La successiva Akagras invece, è molto più spaziale e sperimentale, tant’è che mi riporta indietro ad uno dei concerti promozionali di inizio carriera di Franco Battiato che si presentava sul palco seduto su un tappeto attorniato da tante tastiere per sperimentare quei suoni che solo Pollution poteva farci sognare. Con Les Etoiles de Lascaux un vento alla Santana si interpone tra noi e la mancanza di quella chitarra do Mexico sostituita qui da un tappeto di malinconici suoni che ci fanno sognare in questo già afoso giugno alla ricerca di un riparo “condizionato” che al sud è già realtà. Con Aerial Steam Horse si viene calati in un pezzo di ispirazione steampunk, con influenze che vanno da Robert Fripp alla musica acusmatica ad atmosfere circensi. Come segnalano gli stessi Aspic Boulevard, il brano è dedicato al pionerismo nell’aviazione, ed in particolarte ad una delle prime invenzioni (forsse mai esistita) del Cavallo volnante a vapore. Qui l’immagine sonora è quella di raccontare questo leggendario flop tecnologico un pezzo che  ci sembra essere più la colonna sonora di un film horror in bianco e nero e chissà a cos’altro lo possiamo paragonare. Il duo continua poi con Electromagnetic Playground che nel lanciare segnali da lontano mette in luce tra i suoni le capacità dei fratelli Barrano nell’utilizzare manipolatori e dispositivi che probabilmente hanno ben poco con le nuove tecnologie e….scusatemi se lo dico…sono comunque avanti nella concezione sonora. Ah quanto mancano quelle cose studiate a casa, costruite con le proprie mani e poi portate su un palco, quelle cose che sanno di primordiale ma che sono poi diventate il suono sperimentato poi da tanti altri musicisti come i campanacci di Oldfield. Il disco va avanti così fino a chiusura in un coacervo di suoni e sperimentazioni ma con un filo conduttore ben preciso, il  progressive, quel genere che diventa nelle mani degli degli Aspic Boulevard, un rock che si trasforma e si consolida su quella strada che ha condotto il duo tra la Sicilia e la lontana Londra. Ed in questo disco che c’è tutto di questo passaggio insomma, un sogno che per me e per chi ascolterà gli Aspic Boulevard si replica ancora ma stavolta con tanta buona musica.

Track list “Memory Recall of a Replicant Dream

  1. “Interference”
  2. “En Plein Air”
  3. “Akragas”
  4. “Les Etoiles de Lascaux”
  5. “Aerial Steam House”
  6. “Electromagnetic Playground”
  7. “Kubernetikòs”
  8. “M42 Nebula”
  9. “Refraction, diffraction, polarization”
  10. “Urania”
  11. “Fractals”
  12. “Akragas (Reprise)”

Marco Barrano: Vocals, guitars, banjitar, bass, piano, synthesizers, electronic organs, keyboards, theremin, circuit bending, homemade devices.

Alessandro Barrano: Drums, street drums, tammorra, cajon, darbuka, djambe, bongos, rainstick, windchimes, homemade devices.

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