Twang – Il Tempo Dell’Inverso

Dieci tracce fondamentalmente riconducibili a stoner e psych rock, e la cosa bella è che qui si canta in lingua italica per una accurata conformazione del tutto, e tutto ciò grazie anche a quel provenire dalla terra piemontese che ha sempre sfornato band giovanili spesso diventate grandi. È così che si presentano sul mercato i Twang che escono con questo loro Il Tempo Dell’Inverso piacevole disco di un quintetto che propone oltre a musica di qualità, anche un bell’impegno nel sociale, portatoci direttamente dai testi che parlano delle dinamiche del potere, così come delle manipolazioni necessarie al controllo sia personale che generale. Dal primo all’ultimo brano di questo disco le influenze sono tra le più disparate, con un sound davvero piacevole che guarda ad un’indie rock variegato. Però, diteci voi, quale disco bene o male non è influenzato da generi diversi e soprattutto quale disco non lo è all’inizio di una “carriera” che già auguriamo ricca di soddisfazioni. Certo che partire in questo periodo non è semplice, ma il fatto che comunque si voglia tentare “la strada” fa bene alle band, fa bene alla musica, fa bene a noi consumatori, insomma, fa bene e basta. E poi i Twang avevano già alle spalle un EP autoprodotto dal titolo Nulla Si Può Controllare e, quindi, si può davvero dire che il tempo ha portato loro quella consapevole maturazione che ora, anche se il momento è difficile, ci si può comunque buttare nella mischia. E dobbiamo dire che con l’uscita de Il Tempo Dell’Inverso i Twang mettono in mostra tutta la loro capacità di fare dell’ottima musica, un viaggio di note che gira tra pure rock’n’roll e quelle influenze rock più diversificate e, rapaci. Basti pensare ad esempio ad un pezzo come Violento che mette su tutto la voglia di fare rock. Ed avviene ad esempio anche con il successivo Colpevole che in apertura ha tutta l’aria di un brano rollingstoniano ma in realtà, poi, il sound è tutto dei torinesi. Un disco che di brano in brano viaggia su influenze stoner e psichedeliche della prima ora, quasi a voler rimarcare il fatto che quella musica, così lontana per tanti, continua sempre ad influenzare nel bene e nel male le giovani generazioni di musicisti. Già, ma qui per fortuna è tutto un bene e dimenticavamo di dire che la semplicità e la spontaneità musicale qui la vince su tutti i fronti. Avanti così ragazzi!

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