The Underground Youth – The Falling

Lo shoegaze degli Underground Youth, tanto influenzato da una psichedelia che non solo è palpabile ma soprattutto la si ascolta in ogni piega degli otto brani di questo disco, giunge a noi in questo produttivo 2021 con il titolo di The Falling. Lo stile della band, nata tra Manchester e Berlino, ha già dalla sua il possesso delle atmosfere underground delle due città che influenzano il sound della band. Da una parte il rock dell’Inghilterra post-punk, dall’altra l’influenza del decadentismo rock berlinese che in una perfetta fusione, offrono un suono che viaggia tra quelle contaminazioni che vanno dal rock psichedelico allo shoegaze al post-punk al dark, una sorta di band primordiale alla Velvet Underground il cui suono appare scuro, rarefatto, ma piacevole e misterioso. E questa misteriosità sonora la si palpa in ogni brano di questo album che, o piace subito o non piace affatto. Qui non ci sono mezze vie, qui non ci sono scusanti; su tutto la voce di Craig Dyer e l’essenzialità di una ritmica come quella di Olya Dyer che ricorda tanto quella della Maureen Tucker. C’è di bello però che il sound di questo The Falling è sporco, ombroso, con pezzi come ad esempio Cabinet Of Curiosities in cui il post-punk acustico e un po’ strampalato come quello della vecchia mitteleuropa rock in cui interviene una effimera dose di psichedelia, giusto per salvaguardare l’integrità di un’idea geniale come lo è il mix musicale dei The Underground Youth. Tra i brani di questo piacevole prodotto Egyptian Queen ci colpisce per la sua delicatezza, strabordante, sensuale, palpabile mentre ancora più dentro l’epopea di un rock decadente e romantico è la chiusura di questo disco che, con Letter From A Young Lover, potrebbe essere il riflesso di quanto oggi stiamo vivendo sulla nostra pelle. Un pezzo fascinoso quanto retrò che dimostra quanto uno dei geni dei Velvet Underground andava predicando e cioè che per fare del buon rock bastano tre accordi. E qui, in Letter From A Young Lover dei The Underground Youth c’è tutto il sunto di quella perduta genialità che, personalmente, ho ritrovato solo in una produzione rock che si intitola Songs For Drella alla quale, Craig Dyer con questo The Falling sembra essersi ispirato. Sarà che i tempi non sono mai cambiati?

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