Diego Ribechini – Autofagia

Rock italiano a tutto spiano quello di Diego Ribechini che con Autofagia mette l’accento su un rock che non si ascoltava da tempo. Quattordici tracce che contengono tutti gli ingredienti che hanno fatto grande il nostrano rock che non ha nulla da invidiare a quello di altre land. L’album oltre ad essere profondo ed ispirato letterariamente, è una vera e propria immersione nella musica a tutto tondo. Infatti, il CD che si apre proprio con Autofagia, propone un impatto che piace subito per la freschezza di un rock semplice, garbato, efficace così come lo è come per Frankstein che assume il ruolo più delicato, vale a dire quello di saper fondere sciabolate rock con la giusta misura di un acustico docile ed essenziale, al punto che questo bel brano che Diego propone è capace di splendere di luce propria. Poi, se capita di chiudere un po’ gli occhi ecco come si può scivolare in un blues che ha, nella nostrana lingua, la cosa più bella sì, perché qui la voce di Diego è un vero splendore anche se per un momento, mi ricorda un altro rocker italiano che tale più non è….sarà che ha chiuso il bar? Il minuto e sedici de Il Pazzo Col Cappello pur ricordandomi altri momenti, si presenta con un bel giro di chitarra acustica che è così piacevole da riportarci a risentire il pezzo in questione. Si continua così in quasi tutto il disco ma quando arriva il turno di La Stanza Dell’Eco ci son certi passaggi di chitarra acustica che richiamano tocchi di scuola Mussida. Un album davvero in crescita rispetto a DR40 del 2018 che comunque, anche con qualche cover, vedeva il nostro sempre in gran forma quando era il momento dei suoi pezzi. Ora, con questa nuova uscita Diego Ribechini dimostra quanto sia maturato e quanto la sua musica sia definitivamente proiettata in un bel futuro che, se si ritornerà in tournee, sarà certamente esplosivo.

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