Hora Prima – L’Ora Delle Genti

Esordire con un concept album, come è avvenuto per gli Hora Prima che si è presentano con “L’Uomo Delle Genti”, è segno che il rock è ancora quella musica in grado di continuare a riservarci sorprese.

Qualcuno si sarebbe mai spinto a dire che forse a San Nicola gli piaceva il progressive? E qualcun altro avrebbe mai potuto affermare che a Bari, il Santo protettore quando non impegnato a proteggere i baresi, avrebbe potuto dedicarsi al rock? La cosa certa è comunque che una band di quel di Bari invece sembra essersi dedicata al Santo protettore. E’ chiaro che il nostro è tutto un girovagare intorno alle parole per poter introdurre il lettore a questo lavoro della rock band barese Hora Prima che dopo attesi miracoli, e senza che questi avvenissero, ha deciso di esordire nel panorama rock nazionale con un disco che ha “musica” da vendere, un disco realizzato tutto da esseri umani e non da divinità né da Santi patroni. Già, perché la band pugliese degli Hora Prima, il cui nome deriva dalle ore passate a pregare, addirittura antecedente allo stesso santo che li ha ispirati a realizzare questo bel disco, si presentano sulla scena nazionale con un sound che anche se ispirato ai gruppi degli anni settanta, ha in sé qualcosa di innovativo e personale, una evoluzione in musica di quanto il rock italico ha rappresentato negli anni passati, uno sviluppo intrigante che interesserà di sicuro gli anni a venire. L’omaggio che gli Hora Prima sembrano voler rendere sia al Patrono della città che alla stessa tradizione della festa patronale con questo splendido disco L’uomo Delle Genti, si rivela ben presto un affascinante viaggio in musica nei meandri della storia e della leggenda, tanto da far assurgere il disco ad un vero e proprio concept-album. E la cosa riesce davvero bene quando se ne ascoltano i vari passaggi musicali. Sei brani magicamente composti che oltre ad una solida struttura progressive rock, lasciano spazio anche ad incursioni che caratterizzano il sound in maniera diversa, rendendolo sempre fluido, mai fossilizzato sulle solide strutture progressive che comunque restano la spina dorsale dell’intera produzione. Si apre con 1087, che oltre ad esser l’anno in cui le spoglie del Santo arrivarono in quel di Bari, conduce in una splendida sontuosa musicalità destinata a raccontare quelle che sono le storie di quel viaggio marinaresco con cui il Santo fu portato a Bari, introduzione che serve poi ad aprire la vera storia contenuta in questo concept album. E devo dire che i passaggi musicali di questo pezzo ricordano espressamente le bande di paese delle feste patronali, quelle bande che emanano quel non so che di folkloristico, un pezzo che mi riporta alla mente la sontuosità di alcuni momenti della musica wakemana, o alla Rick Wakeman E 1087 è certamente la buona apertura di un album che appare già accattivante, un disco che con tutta la maestosità con cui questo pezzo si è presentato diventa da subito il puntiglioso preambolo di una storia destinata, attraverso le parole e la musica, a colpire i tanti che ascolteranno L’uomo Delle Genti. Il rumore del mare e dei gabbiani, lo splendido arpeggio di chitarra acustica, e l’atmosfera “marinara” aprono ad una affascinante storia in musica prima, a parole poi, dove si intrufola un flauto traverso che addolcisce ancor di più il racconto delle gesta di quei 62 marinai che, spinti dal desiderio di dare alla città di Bari un Santo Patrono che la proteggesse, spiegarono le vele delle proprie imbarcazioni per spingersi in quell’oriente da dove avrebbero trafugato le ossa del Santo. E quel Folle Miraggio diventa il giusto aggancio per la successiva Le Mie Figlie che con uno splendido avvio in musica quasi psichedelica, ma in realtà votata al prog, racconta quello che certamente è uno dei miracoli più importanti del Santo Nicola, patrono di Bari, oltre che vescovo greco. Ed è con questa canzone che gli Hora Prima narrano delle tre figlie condannate alla prostituzione per la loro povertà, impossibilitate ad avere una dote per un futuro papabile matrimonio, un miracolo che narrato dal padre delle ragazze, riporta probabilmente ad una realtà che, purtroppo, ancora oggi è presente. Ed è così che la splendida apertura de La Locanda Della Notte, quarta traccia di L’uomo Delle Genti, riporta attraverso il percorso musicale al nuovo miracolo del santo Nicola che fece resuscitare tre bambini offerti allo stesso vescovo dall’oste che governava la taverna in cui il Santo si era recato. E qui ci permettiamo di dire che con questo pezzo sembra di trovarsi all’interno di un vero e proprio musical “rock”, come lo furono ad esempio quello di “Palepoli” degli Osanna, o quel più recente “Dracula” della P.F.M. che come tipologia di opere sono di certo accomunabili a questo L’Uomo Delle Genti degli Hora Prima. E se la storia fin qui raccontata continua ad essere affascinante, oltre che interessante, con La Nostra Festa ci caliamo in piena epoca anni settanta grazie ad un’apertura che ricorda di certo “E’ Festa” della Premiata ma che qui, in questo solco, gli Hora Prima sanno modellare a propria immagine e somiglianza. E se non è oro tutto ciò che luccica, alla fine questo, nonostante il paragone, è uno tra i pezzi che dimostra la padronanza musicale della band “pugliese” che conferma quanto vivo sia il rock nel sud d’Italia, in Puglia in particolare E così mentre la Puglia continua ad essere la terra delle bellezze e … della musica, si giunge alla chiusura di questo lavoro in una forma molto folkloristica attraverso U Sand Néste che con una introduzione alla partenopea essenza è invece la raffigurazione della baresità più bella e verace, baresità che grazie al cantato fa esplodere quella pugliesità che porta ad una magia unica alla quale tutti devono rivolgersi se vogliono cogliere quel mondo di colori che solo la Puglia sa offrire, colori che anche raccontati attraverso le storie dei nostri Santi, colpiscono ed affascinano. E se questa è la terra pugliese che affascina, anche questo concept degli Hora Prima sarà in grado di conquistare perché L’uomo Delle Genti, non parla solo del Santo Nicola, ma parla di rock e folklore.  Un disco che oltre a piacere ….. profuma dei colori del tacco d’Italia, la Puglia.

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