Mida Maze – Happy Death

I Mida Maze, romani, si formano nel 2015 quando Floriana Chiaramonte (voce e chitarra) e Umberto Duca (basso e synth) si incontrano per iniziare quella proficua collaborazione che li porta a mettere in atto idee e brani di Floriana e, successivamente, a scriverne di nuovi, così da mettere insieme e fondere le loro diverse esperienze e sensibilità. Tra l’altro i due provvedono direttamente anche all’arrangiamento dei pezzi e alla realizzazione di un video realizzato con strumenti poveri in casa propria, quasi un vero e proprio set cinematografico “fai da te”. I Mida Maze si esibiscono dal vivo come power trio composto da voce/chitarra, basso/synth e batteria e diventano poi produttori di se stessi come molte band agli esordi ma con una concezione di libertà musicale di tutto rispetto. Questo album d’esordio, dal titolo quasi di sbeffeggio, Happy Death, ci presenta una band che è dedita all’indie rock, e lo si capisce dal brano di apertura Scary Bed, dove proprio quell’indie cui accennavamo, e il senso di questo esordio lo si percepisco tutto d’un pezzo. Il duo composto da Floriana Chiaramonte alla voce e chitarra e Umberto Duca al basso e synth, durante i loro live si avvale del contributo della batterista Misa Asci.

Dopo Scary Bed il passaggio a A Strange Romance è spontaneo tant’è che la ritmica del pezzo è così coinvolgente come tutto il brano che risulta essere ben riuscito mentre con Fell Down On My Knees il ritorno ad un rock più vellutato è del tutto spontaneo, segno questo che la consecutività dei pezzi non deriva da scelte casuali. A22 con il ritmo chitarristico e un basso che giocano il loro indie più forsennato è uno dei pezzi che più affascinano, come lo è la tranquillità che emana, su un dondoleggiare chitarra-voce il successivo Astronaut che porta verso quella felice morte del pezzo seguente, Happy Death, da cui il titolo al disco d’esordio dei Mida Maze. L’ispirazione dei brani portano ad un unico filo conduttore, e che cioè la morte rende finalmente libero l’uomo, una proposta che conduce a pensare a quelle manie distruttive di un certo Jim Morrison, o di altri personaggi simili a lui, che hanno cercato la libertà nella morte cantandone le vicende.

Questo esordio viaggiando su binari di diversi stili musicali che vanno da influenze garage ad un post-punk prima maniera, ma anche alla wave, è da subito un disco d’esordio ricco per generi e ben congegnato in ogni suo passaggio, segno che la band romana dei Mida Maze è già matura per nuove esperienze.

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