I Viaggi Di Madeleine e la genialità del rock nostrano

“Madeleine rappresenta l’anima Adolescente che nonostante tutto il marcio, resiste cercando di rimanere intatta”. Questo in sintesi l’ispirazione che i Viaggi di Madeleine hanno avuto per dare un nome alla band progressive leccese che è ora alle prese con la promozione del loro primo lavoro omonimo, I Viaggi Di Madeleine. Il loro è un disco che richiama alla mente atmosfere tipiche del progressive rock anni settanta, ma che attinge anche nei successivi decenni, componendo uno stile del tutto personale che lascia un’ottima impressione grazie alle ottime sonorità e capacità musicali di Francesco Carella che con la voce e le tastiere ci sa fare davvero esibendo un bagaglio sonoro che richiama alla mente i tocchi di un certo Emerson, così come le chitarre di Giuseppe Cascarano, che sanno giocare davvero con i vari stili, fanno riferimento un po’ a tutto l’inscindibile del rock e del blues. Ed è così anche per l’uso della batteria da parte di Giuseppe Quarta che insieme al basso di Posizione libera formano la piattaforma ritmica su cui si basa tutto il sound dei Viaggi Di Madeleine. Nel disco è percepibile in tutto e per tutto la decennale esperienza dei vari membri e quelle che sono le loro influenze musicali che, a volte sembrano caratterizzate da un suono quasi sporco ma incisivo, a volte invece intriso di una limpidezza che fa meritare a questa band del Salento il titolo di “geniale”. Ed è una genialità che ormai la band ha scolpito nei solchi di questo disco che con l’apertura affidata a Contrappunti d’autunno, oltre a brillare di verve psychedelica pone al centro dell’attenzione l’uso degli strumenti che si completano con la bella voce di Francesco Carella. Il secondo pezzo de I Viaggi Di Madeleine, Gods Of Distant Worlds, sembra un po’ più ispirato e composito capace com’è di far immaginare un viaggio musicale che dai vellutati suoni iniziali si sposta tutto su un rock quasi sperimentalistico intriso com’è di passaggi alla …. Muse. Ma sappiamo bene quanto la band lavori sulla ricercatezza e, di questi tempi, ve lo assicuriamo, trovare band del genere è davvero complicato. Il Viaggio probabilmente rappresenta la parte più sinfonica di questa band che fa della chitarra e delle tastiere il proprio mantra, e così la leggerezza di un rock “viaggiante” si presenta qui con uno stile che fa espresso riferimento a tutto quel genere di musica che ha rappresentato un’epoca, quella dei settanta che abbiam vissuto pienamente perché ci abbiam creduto e, forse, qualcuno di loro sa di cosa stiamo parlando. Qui la linea melodica sembra proprio voler rappresentare quel “sogno di Madeleine” che diventa viaggio anche quando la chitarra di Giuseppe Cascarano si scatena in un rock d’altri tempi ma sempre attuale. Kamaloka è invece un pezzo che apparentemente viaggia nello sperimentalismo prog, ma che ben presto si cala in atmosfere di stile gobliniano e, se volte, da colonna sonora finale di un film dove la paura ha sempre fatto capolino. Ed è alla superba interpretazione musicale che si deve tutta la bellezza di un album che, se per I Viaggi Di Madeleine è il primo, già dimostra come questa band, proseguendo su questa scia, abbia un futuro da grande band. La conclusione del disco, che vede in Mendicante, il pezzo finale, dimostra come la musica sia poi la sintesi di tutte le esperienze dei componenti, e di quegli amori verso i più disparati generi di musica rock che assorbono tutto il meglio della produzione degli anni progressive.

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