Tortoise – Millions Now Living Will Never Die

Dopo l’uscita del primo album nel 1994 dell’omonimo della band, nel 1995 i Tortoise pubblicano un remix di canzoni, Rhythms Resolutions & Clusters che erano comprese proprio nel disco di esordio. Tutti i pezzi sono eseguiti sia dai membri stessi della band che da altri amici musicisti tra cui Steve Albini , Rick Brown, Jim O’Rourke e Brad Wood. Poi nel 1996, sotto l’etichetta Thrill Jockey, è la volta di Millions Now Living Will Never Die considerato da molti come uno degli album fondamentali che hanno dato vita al movimento musicale del post rock. Millions Now Living Will Never Die è il risultato di sperimentazioni avantgard che unite alla ricerca stilistica della band hanno permesso agli statunitensi di realizzare un lavoro unico nel suo genere, una produzione che non si è posta limiti e che di fatto ha superato il rock grazie alla proposta di una musica originale ed unica capace di inglobare in sé diverse caratteristiche. La maggior parte del materiale contenuto in questo disco venne concepito durante un ritiro nel Vermont dove la band si ritrovò per mettere a confronto le idee di quel momento che diedero poi vita a questo Millions Now Living Will Never Die. Il disco contiene una serie di passaggi che dire memorabili è poco; infatti, i generi più disparati sono fatti scivolare in quella introspezione post rock attraverso brani come Glass Museum che sembra quasi abbracciare il blues così come la sperimentazione più manifatturiera di A Survey è puntellata dai colpi chitarristici di Pajo che strizzano l’occhio a certo rock…alieno. In effetti, se ci si pensa un po’, per il post rock questo è l’album che può essere equiparato, come importanza, a quel Nevermind dei Nirvana che diede vita al grunge mentre, qui, viene data vita ad un genere “minore” considerato spesso come la rivincita delle periferie. Ed infatti la musica qui contenuta è un post punk che si apre a suoni di matrice progressive e non solo a quelli, quasi un tentativo di contaminare l’impossibile, un esperimento comunque andato a buon fine grazie a questo splendido lavoro, un disco che non è fatto solo di aperte sperimentazioni dub o elettroniche, ma che anticipa di fatto l’indie rock che verrà. Se analizziamo poi ogni singolo pezzo, ma non è proprio il caso tranne per alcuni che riteniamo davvero notevoli, quello di apertura, Died, ci riporta a sonorità alla Sonic Youth contenute nell’album Washing Machine pubblicato l’anno precedente. Un bel pezzo dal sapore minimalista che sfiora l’epico e la grandiosità. Con Glass Museum siamo nel bel mezzo di un pezzo dalle tinte blues dove lo xilofono diventa strumento principale che conduce le armonie dove gli innesti di chitarra sono semplici e lineari anche se poi un repentino cambio di ritmo mette in gioco tutta la restante strumentazione dimostrando quanto questi musicisti statunitensi siano bravi. Con A Survey siamo di fronte ad un pezzo che non è particolarmente interessante anzi sembra più una esternalizzazione di suoni nonostante la composizione riporti un po’ a quello che fu l’album d’esordio di questa band. Altro brano che denota la maturazione dei Tortoise è The Taut And Time che si stacca pienamente dalle influenze indie con una musica costruita col cuore e suonata con quell’emozione giusta che dà il là definitivo allo stile Tortoise. E mentre The Taut And Tame dimostra come la band stia crescendo fuori dall’indie rock verso nuovi orizzonti, Dear Grandma And Grandpa sembra una dance molto contenuta e sperimentale al contrario di Along The Banks Of River che sembra essere la versione più malinconica di Glass Museum. Fin qui la nostra analisi di Millions Now Living Will Never Die che è un album complesso per la diversità delle composizioni che viaggiano tra generi diversi come il kraut rock, il cosmic rock, lo sperimentalismo e l’avantgard. Avevamo detto che non avremmo analizzato tutti i brani dell’album, ma lasciarsi trasciare dalla musica dei Tortoise mentre scriviamo ha sortito l’effetto contrario e non ce ne dispiace. Per chi si avvicina al post rock per la prima volta anche questo è un album assolutamente da non perdersi perché gli statunitensi Tortoise restano ancora la bandiera assoluta di questo genere.

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