Alosi – 1985

Il rock di Alosi è subito riconoscibile perché ci porta indietro nel tempo; l’attacco del suo esordio da solista con questo album uscito da poco, 1985, è deflagrante come una meteora caduta sulla nostra innocenza. Ed il primo pezzo che dà il titolo a tutto l’album, nel quale è anche inclusa una bonus track, con la sua sferzante potenza del rock colpisce direttamente al cuore, ed al cervello costretto a sottoporsi ad una forza musicale straripante grazie a quell’alternative rock che l’artista ci propone. Ma è anche la crudezza di un bel testo come quello di 666 che ci dà la certezza che qui siamo di fronte ad una produzione che ci farà scivolare da un genere all’altro con una scioltezza e semplicità autorevoli come solo chi fa parte di una band come quella de Il Pan Del Diavolo ci assicura. La voce di Alosi è immediatamente riconoscibile, lo è anche il sapiente uso che il musicista fa dello strumento che stavolta viaggia tra contaminazioni elettroniche e pura new wave, ma che non disdegna di aprirsi anche ad un grande punk. Certo che ora, dopo tanti anni di sodalizio, la pausa che Alosi si prende con Il Pan Del Diavolo è davvero scatenante, ma anche molto interessante visto il risultato ottenuto perché qui ci viene consegnato un disco sorprendentemente bello. 1985 non è solo un album entusiasmante, 1985 è anche un’intima riflessione da condividere con tutti su come siano cambiati i tempi, su come gli anni ottanta siano definitivamente tramontati con le loro contraddizioni che hanno spazzato un passato e che ora, invece, ci impone di capire in che direzione stiamo andando. E potremmo dire che in quella direzione Alosi si stia avviando, una direzione “ostinata” e forse contraria a quanto finora realizzato artisticamente in due e non è un caso che la si possa proprio giudicare così, appunto, ostinata e contraria. Alosi, nonostante la nuova avventura, dimostra come la sua vena di cantautore sia sempre forte, un cantautorato che pur alimentato da scelte del tutto personali ma sempre azzeccate, porta ad un rock che piace e piacerà a chi ascolterà questo nuovo debutto dell’artista che ha deciso, per ora, di mettere un po’ da parte il folk per dedicarsi ad un sano e salutare rock. Di sicuro in 1985 sono trasposte tutte quelle esperienze nate da collaborazioni con altri artisti quali ad esempio Piero Pelù, Motta, Zen Circus, collaborazioni dalle quali Alosi ha saputo trarne il meglio per coniare e forgiare una personalità artistica sempre più unica nel panorama musicale italiano. Probabilmente chi ci segue avrà notato che non abbiamo mirato ad analizzare i pezzi contenuti in 1985 e non è un caso che ciò sia avvenuto perché il debutto solistico di Alosi ha tutti brani che funzionano, che si ascoltano con piacere e che danno segnali ad alto potenziale riflessivo. Ecco perché riteniamo che il debutto solista di un artista come Alosi diventa uno degli album di cui si parlerà in questo 2019, ed ancora di più a fine anno quando molti di noi faranno un bilancio, del tutto personale o professionale, di quanto è stato e sarà prodotto. Ascoltate gente, ascoltate!

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