The Hight Jackers – Da Bomb

Ascoltando i The Hight Jackers mi ritornano in mente certi ritmi del periodo woodstockiano che quest’anno, a cinquant’anni di distanza, tornerà a Bethel dal 16 al 18 di agosto. Chi lo ha vissuto attraverso i filmati, i CD e gli LP, o anche attraverso i molti libri che gli sono stati dedicati, sa bene di cosa stiamo parlando quando, in quella spianata, giunsero più di cinquecentomila giovani, naturalmente oltre alla presenza di tantissimi musicisti che erano o sono diventati grandi successivamente. Ma questa produzione, Da Bomb, degli The Hight Jackers, muovendosi tra ritmi che variano tra soul, funky e R&B oltre a riportarci indietro nel tempo ci fanno anche riassaporare quella musica tipicamente “nera” che, dal jazz in poi, ha sempre contribuito in maniera considerevole a forgiare grandi realizzazioni. Da Bombsembra avere una missione da compiere sin dall’inizio del disco: infatti il record non può che essere consigliato se si vuole per un po’ uscire fuori dalla solita routine musicale, perché qui siamo di fronte a timbriche che hanno marchiato a fuoco tutto il mondo dei suoni e dei generi. Il piede non può fare a meno di seguire la musica proposta, ma anche i momenti più rilassanti sono quelli che coinvolgono in maniera forte tutti i nostri sensi perché qui, ne siamo pienamente convinti, stiamo parlando di grande musica. Infatti dal blues contaminato di un soul semplice si passa a ballate e ritmi da raccoglitori di cotone, un vero e proprio inno alle libertà vocali e sonore della gente di colore che, al di là di quanto si scrive e si dice di questi tempi, sono il fondamento indissolubile delle libertà espressive di cui oggi, ognuno di noi, ne è possessore. E’ inutile nasconderselo, ma in Da Bomb i fondamenti del rock e del blues sono fusi in perfetta armonia quasi fossero una rievocazione degli splendidi anni che vanno dal 1965 al 1970. E per fare un esempio più ortodosso quello che qui ci capita di sentire sono suoni che rievocano band come Beatles, Rolling Stones, un certo Frank Zappa, ma anche tanta di quella black music che ha dato, ad esempio, i natali a gente come Blood, Sweat And Tears che, anche se più vicini per scelta a certo tipo di jazz rock, non manca di essere qui presente con alcuni passaggi che ne ricordano appieno i fasti ed i trascorsi. Ma i generi contenuti in Da Bomb sono diversi e ben architettati tra il passaggio da un brano all’altro tant’è che quando abbiamo trovato finalmente il tempo di ascoltare questo CD ci è venuta voglia di andare a rispolverare vecchi LP conservati nella nostra discoteca vinilica per continuare quell’ascolto di genere che da un po’ di tempo ci mancava. E poi, lasciatemelo dire, la base prettamente blues di Da Bomb rende, finalmente, omaggio alla nostra capacità tutta italiana di forgiare musica di un certo livello, e questi ragazzi di Udine lo fanno in un modo strepitoso ed unico. Non perdetevelo.

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