Uno dei primi esempi di rock progressive … e non solo: Bo Hansson ed il suo Sagan Om Ringen

Con un album ispirato a “Il signore degli anelli”. “Sagan om ringen” Bo Hansson mescola folk pastorale, sintetizzatori da library music, organi barocchi, e ansie jazz-funk.

Quello di cui vi parliamo qui è uno di quegli album che chiunque ami il progressive non può fare a meno di ascoltare ricco com’è di pezzi fantastici e d’atmosfera che fanno capire davvero come il progressive si sia poi evoluto fino a diventare il genere che tutti conosciamo. Lo svedese Bo Hansson, che per anni era stato noto come componente del duo Hansson & Karlsson, con questo suo debutto si pose sin da subito all’attenzione dei più mettendo in musica la narrazione del famoso libro di Tolkien, Lord Of The Rings, che gli fece guadagnare un posto fra coloro che sono stati gli antesignani del pop elettronico. Prima però che il Signore degli Anelli apparisse su qualsiasi tipo di schermo, c’erano alcuni musicisti che stavano lavorando su musica ispirata a Lord of the Rings, e Bo Hansson, uno di questi musicisti, svedese, registrò un album, interamente ispirato dal libro di Tolkien, nel 1970. L’uso dei sintetizzatori, in perfetto stile jazz rock con composizioni che guardavano al futurismo, diventarono subito scuola e ben presto divennero anche spunto per quella new age che ispirarono artisti del calibro di Carlos Santana, così come avvenne anche per quel rock spaziale di cui era intriso il sound dei Pink Floyd ma anche di quelle atmosfere alla Doors dei quali Ray Manzareck ne fu il vero artefice. Quello che si presenta ai nostri ascolti è un rock progressivo, spaziale, spesse volte esoterico, che naviga tra generi musicali di estrazione diversa, andando dalla psichedelìa a melodiche prettamente folk che anticiparono di gran lunga i lavori che saranno prodotti da altri musicisti ed artisti delle tastiere, come ad esempio quelli delle sperimentazioni di Mike Oldfield o dello stesso Rick Wakeman. Bo Hansson è da sempre citato con un certo riguardo nel filone del prog, e non solo in quello, perché è stato il primo a muoversi lungo le strade della musica spaziale che ha portato a lavori epocali di artisti del calibro dei francesi Gong e dello stesso Henry Cow, iniziatori di quel progressive che verrà. E se questi ultimi sono stati gli iniziatori a Bo Hansson va certamente attribuita la corona di vero e proprio innovatore. Sagan om ringen, pubblicato sul finire dell’autunno 1970 divenne subito un successo immediato grazie alla creatività di questo artista che mise in pratica tutte le idee e la forza di quel periodo. L’album è stato originariamente pubblicato in Svezia con l’etichetta Silence e tutti brani erano titolati in svedese, ma alla fine nel 1972, la Charisma Records, l’etichetta britannica che produsse band come Genesis, Van der Graaf Generator e così via, pubblicò l’album di Hansson per la distribuzione internazionale ma con una copertina totalmente diversa. Tuttavia niente è stato cambiato musicalmente, una musica marcatamente progressive ma dal sound mistico in cui l’Hammond ed il moog dominano. Colpisce poi quanto dichiarato all’epoca dallo stesso Hansson che nelle intenzioni originali aveva previsto all’interno delle composizioni di Sagan Om Ringen una sezione di archi ed altri strumenti come l’arpa, ma la mancanza, all’epoca, di fondi sufficientemente disponibili da parte dell’etichetta Silence Records portò Hansson a registrare l’album utilizzando solo tastiere elettroniche e sintetizzatori moog. E forse, è stato proprio questo a dare a Sagan Om Ringen quell’impronta e quell’importanza musicale che oggi il  progressive tutto gli deve.

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