The Cure – The Top

The Top, album pubblicato nel 1984 per la Fiction Records risulta essere per i The Cure un disco frammentario ma allo steso tempo efficace perché in linea con il nuovo corso della band che mira, più di ogni altra cosa, a cancellare quell’immagine dark che il gruppo si era dato allargando quanto più possibile quelli che fino ad allora sembravano essere i propri confini musicali. Fino a The Top Smith & C. erano passati da uno complesso post punk, contenuto in Three Imaginary Boys, ad un sound più lugubre inserito in Seventeen Seconds, album tipicamente new wave, per trasformarsi poi in un quanto mai glaciale Faith che apre la strada al selvaggio, ed ancora più oscuro, Pornography. Probabilmente a tutto ciò contribuì anche il ritorno ad una formazione più compatta con il passaggio di Tolhurst alle tastiere e l’ingaggio del batterista Andy Anderson che diede una svolta consistente alla sezione ritmica. Inoltre la band per questo album, registrò l’ingresso del polistrumentista Porl Thompson che gravitava attorno al combo già dalla fine degli anni settanta. Ma per i The Cure, quello di Thompson non fu solo un ingresso ma un vero e proprio ritorno alle origini; infatti, il musicista faceva parte della formazione iniziale della band quando questa si presentava sotto il nome di Easy Cure intorno al 1976. Thompson uscì dalla band in occasione di Three Imaginary Boys perchè Smith e soci cercavano un suono molto più austero mentre, Thompson, intendeva invece muoversi su altre sonorità più sofisticate grazie alla sua naturale propensione verso lo sperimentalismo. Ma torniamo a The Top! L’album mostra, come non mai, il ritorno ad espressività non certo convenzionali sia nei suoni che negli arrangiamenti; ogni pezzo sembra essere dotato di una propria caratteristica e personalità che non li accomuna mai l’uno all’altro, e ciò rende inconfondibile un album, come dicevamo all’inizio, frammentario sì, ma così efficace da essere piacevole. Poi, nell’esecuzione, si capisce sin da subito come la band, e Smith in particolare, vogliano cancellare del tutto l’immagine dark che il gruppo si era dato, proiettandosi verso le nuove tendenze e la cosiddetta  ….. musica del cuore capace di muoversi tra post punk e la new wave del periodo. Se prendiamo ad esempio due dei brani qui contenuti come The Caterpillar e Dressing Up è possibile addirittura captare certi risvolti psichedelici nei suoni, un cambio di passo questo che la dice lunga sulla ricerca che gli inglesi si sono avviati ad intraprendere. The Top, oltre che rappresentare un lavoro di transizione verso un futuro sonoro diverso da quello fino ad allora proposto, è l’album che contiene quella che a tutti gli effetti rappresenta la svolta stilistica dei The Cure, un disco questo dove la diversità del sound è palpabile quanto quei lavori che hanno preceduto questa nuova produzione. I The Cure sembra che con The Top fossero intenzionati a far quadrare il cerchio dei precedenti dischi dandosi, finalmente, l’etichetta che li contraddistinguerà fino ad oggi: esploratori di suoni. Possiamo dire che vi siano efficacemente riusciti e lo conferma proprio The Top che sa muoversi bene tra post punk, new wave ed un pizzico di psychedelia che non guasta mai. Che sia l’inizio di un nuovo percorso per Smith e soci lo leggeremo qui, e presto, su queste stesse pagine.

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