Paola Tagliaferro – Fabulae

Dopo Chrysalis realizzato insieme a Max Marchini nel 2009, che è un vero e proprio viaggio verso l’origine dell’uomo in cui si fondono paesaggi sonori e ritmi provenienti da tutto il mondo, amalgamati magistralmente con testi profondi nella migliore tradizione di Keats, Byron ed altri come loro, un disco che si pose alla nostra attenzione per le voci straordinarie e meravigliose capaci di dipingere visioni incantevoli di tesori sommersi nell’immensità marina con l’inserimento di una stupenda Poem To A Blue Painting scritta dal grande Pete Sinfield, Paola Tagliaferro ritornò sulle scene discografiche nel 2012 con un altro dei suoi incantevoli lavori, Milioni Di Lune, prodotto questa volta oltre che da Max Marchini da un altro grande visionario come Francesco Paolo Paladino che conosciamo molto bene per aver lavorato con il nostro amico Antonello Cresti, oltre che per essere stato membro del gruppo new wave Atrox e del gruppo di musica sperimentale Doubling Riders, e naturalmente per essere uno dei filmaker più all’avanguardia del nostro panorama. E così, come per Chrysalis, anche qui, in questo secondo lavoro, non è mancato l’apporto del grande Sinfield che insieme a Tagliaferro e Marchini,  firmò uno dei brani contenuti nel disco, Blossom On The Three. Ora qui ci troviamo di fronte a quella che in ordine temporale è l’ultima produzione della Tagliaferro, pubblicata nel 2018, Fabulae, in cui l’artista con la sua immensa voce e la strumentalità unica che possiede il suo sound, diventa sempre più coinvolgente, perché ormai grande esperta dei linguaggi multietnici, un vero e proprio viaggio che ci accompagna lungo strade che sanno tanto di fiaba, contemplazione e trascendenza per una “incantevole” riflessione sull’esistenza e sulla fine di ogni essere. Di sicuro, in rapporto ai precedenti, questo è l’album che abbiamo trovato più intimistico da parte di una incantevole Paola che ha nella voce lo strumento di massima espressività sonora, capace di adattarsi ad ogni esigenza temporale durante l’esecuzione dei brani da lei composti, ma anche di quelli che ha voluto inserire in questo Fabulae, come ad esempio Moonchild dei grandi King Crimson e l’altrettanto gradita The Alchemists di Bernardo Lanzetti. Fabulae si muove perfettamente, adagiandosi, su linee prog catturando appieno il suono intimista che appartiene a questo genere ed amalgamandolo con sagacia e sapienza ad un folk morbido ed intimo. Certo che questo lavoro per chi non ne ha l’abitudine è difficile da interpretare, ma accompagnato da diversi ascolti, ne siamo sicuri, diventerà uno dei momenti musicali più belli e capaci di arricchire le nostre singole culture. Altra cosa che non va dimenticata assolutamente di Fabulae è la capacità di Paola Tagliaferro di saper contaminare la propria musica senza strafare, utilizzando certi suoni ed influenze della world music che, se captate con maestrìa, riescono a dare diversità intellettuale a qualsiasi produzione. E questo Paola Tagliaferro lo ha perfettamente capito, tant’è che non ci dispiace affermare che Fabulae è un album davvero gradevole se ci si vuole immergere in un mondo in cui, musicalmente, ma anche letteralmente parlando, si fondono allegorie, simboli e suoni.

Ti potrebbe interessare