Una Stagione All’Inferno – Il Mostro Di Firenze

Una band che guarda agli inferi, Una Stagione All’Inferno, ed un disco che è mostruoso quanto Il Mostro Di Firenze.

Il Mostro di Firenze sembra un disco ma non lo è, anzi, più che una serie di brani incatenati per raccontare una storia lo si potrebbe rappresentare perfettamente come una vera e propria opera rock capace di attraversare atmosfere che il maestro Argento ci ha lasciato in eredità. Non c’entra, grazie alla band, neanche l’atmosfera del dannato Marilyn Manson il lucifero del rock che, scusate lo sfogo, non so come faccia a piacere. Comunque, al di là di riflessioni concettuali che lasciamo per altri momenti, in questo disco prodotto dalla Black Widow Records, sempre attenta ad uscite caratteristiche, la band Una Stagione All’Inferno sa come muoversi nei territori del rock oscuro che non è urlato ma ben contaminato da stilemi sinfonici e progressive. L’album, racconta del famigerato mostro di Firenze, autore di ben otto duplici omicidi avvenuti tra il 1968 ed il 1985 nella provincia di fiorentina, e si apre con Novilunio che già da subito offre l’idea di cosa sta per accadere, come se fossimo in un cinema a guardare un film horror o giallo. Ascoltare questo disco in dolby offre la sensazione di trovarsi sul luogo del misfatto con idee che richiamano la musica gobliniana quando un certo Simonetti si districava a comporre colonne sonore per il maestro italiano dell’horror cinematografico. Tutto il disco è un intrigo di suoni ed effettistica che colpiscono e fanno esplodere sensazioni continue e diverse. Più si ascolta il CD più ci si accorge che la band ha pescato in una miriade di grandi gruppi del passato come i Goblin o La Locanda delle Fate. La cosa però che più ci colpisce è la capacità di inserimento di strumentazione prettamente classica come la viola, il violino o il violoncello e mi chiedo se ciò non è, per caso, una reminiscenza del sound al quale ci aveva abituato un certo Lou Reed, in particolare quando era nei Velvet Underground. Tutti conosciamo bene la storia del famigerato mostro di Firenze ma nonostante l’orribile argomento qui l’inferno musicale è semplicemente magico e fantastico; i suoni sono tutti ben organizzati e spesso tendono a generare arie cariche di pathos che danno davvero un senso di profondità ad una musica che è straboccante di atmosfere dark. Ma il classicismo della band, Una Stagione All’Inferno, si spinge anche nei territori dove il progressive è più duro e non solo; infatti spesso le arie sono intrise anche di una psichedelia drammatica che tende a comporre un prog rock psichedelico vecchio stile. Certo è che le situazioni fantastiche qui presenti non lasciano scampo a chi ascolta, tanto è vero che a fine disco siam subito corsi a mettere sul giradischi i Black Sabbath di Vol.4 (giusto per continuare la serata in stile Halloween). Ci sono tante cose che colpiscono in questo lavoro come ad esempio l’imprevedibilità, le voci in duetto e gli arrangiamenti che sono molto curati in ogni dettaglio. Vale a ciò il brano Il Dottore la cui apertura è affidata ad uno dei dialoghi tratti dal processo al mostro di Firenze, quasi a far capire che qui non si sta lavorando di pura fantasia ma ci si scontra con una realtà dei fatti che, all’epoca, fece scalpore nell’intero paese. Tutto qui viaggia tra classicismo dettato da un bel pianoforte, da passeggiate inquietanti di tastiere e da una chitarra solista che è davvero superba, allo stesso modo delle voci che danno inquietudine e valore aggiunto sia alla storia trattata che alle partiture. Nove brani che dettano davvero legge e che rendono questo obscure symphonic rock davvero superbo. Devo affermarlo con convinzione ma qui, in Il Mostro di Firenze, tutto ha il sapore di una musica che non si lascia trascinare nella pesantezza ma che è, invece, perfezione e ricerca oltre che qualità stilistica per un gothic rock davvero inconsueto. Toccherà ora fare un lavoro anche sul Legionario?

 

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