MARCHESI SCAMORZA – GEMINI (2018)

I Marchesi Scamorza pubblicano un concept album, Gemini, che racconta della storia di un uomo in lotta con le sue diverse personalità. Insomma, un Dr. Jekyll e Mr. Hyde dalle inconsuete sfaccettature.

Dopo tre anni dall’uscita di Hypnophonia, i Marchesi Scamorza pubblicano un concept album di tutto rispetto, Gemini, che racconta della storia di un uomo in lotta con le sue diverse personalità. Insomma, un dr. Jekyll e Mr. Hyde dalle diverse sfaccettature, come diverse sono le atmosfere musicali di cui questo nuovo lavoro è infarcito. Gemini è un album che viaggia tra classicismo e atmosfere vellutate che dimostrano le capacità compositive della band ferrarese, composizioni che legano alla perfezione musica e testi per un rock concettuale che lascia un bel sapore a chi li ascolta. Gemini giunge ad esplorare la mente con una musica che ricorda molto il pinkfloydiano sound degli albori ma anche il più carismatico ed misterioso viaggio genesiano di The Lamb Lies Down On Broadway che racconta di un piccolo teppista inglese. E queste atmosfere, ma in misura diversa e più vicina ai nostri attuali fermenti musicali, li troviamo proprio in Gemini, un lavoro che varia e i impone all’ascolto in maniera notevole. Ma oltre ai passaggi prettamente di stampo prog qui traspare anche un alternative rock ma anche altre derivazioni che sono spalmate sulla base dei bisogni narrativi. Ma la band non tralascia nemmeno un buon hard rock di vecchio stampo. L’apertura di Gemini è affidata a Prendi, Rispondi, Pesa, Vuota che apre con un’atmosfera da space rock floydiano con un certo richiamo anche a band che sono molto vicine come sound a certi meccanismi psychedelici di lontana memoria. Qui, quello che più risalta è la grande capacità di sintetizzare quanto di più avanguardistico c’è in certi meccanismi sinfonici che hanno reso il progressive un genere a tutto tondo. Il passaggio successivo, Abat-Jour è invece puro avanguardismo infarcito di psychedelia con una bella chitarra che chiude il pezzo in completa morbidezza. E nonostante la brevità del brano anche qui i Marchesi Scamorza dimostrano la loro bravura di condensare anche in poco idee davvero brillanti.

Con Ho Sentito Il Vuoto, invece, si viaggia, attraverso una bella aperura di painoforte che guarda al classico ad un rock ben sintetizzato e senza troppo fronzoli. E forse è proprio questo che contraddistingue i Marchesi Scamorza, vale a dire la capacità di sintetizzare tutto quel che toccano.

Specchio, il quarto brano di Gemini, pur presentato con un’introduzione da disco-music in realtà viaggia poi su un rtmo sostenuto con un Romani alla chitarra e un Padovani alla batteria che dettano il tempo a tutto il pezzo dove la voce di Enrico Bernardini sa introfularsi alla perfezione.

Ricordi è generato da un bel arpeggio su chitarra elettrica dove gli altri componenti si inseriscono senza alterare la tranquillità che il pezzo intende offrire,  e senza strafare con trovate artificiose ma mirando solo ed esclusivamente all’essenzialità di un bel sound che appare semplice, lineare e… studiato a tavolino. Con Diario anche qui la chitarra elettrica introduce ad un bel sinfonismo che diventa subito poesia con il testo che centra la linearità che il pezzo richiede. Le linee morbide di un progressive senza fronzoli irrompono anticipando un bel pezzo di pianoforte che ci trascina in quelle fiabe una volta introdotte dal grande Tony Banks. Qui però i paragoni non hanno molto a vedere vista la personalizzazione di questo brano che è semplicemente bello e nulla più. Bisogna attendere Crepe Sulla Testa per ritornare ad un progressive che è anche motivo di messa in luce delle potenzialità strumentali dei Marchesi Scamorza. Certo che qui oltre al prog c’è anche la ricerca di una sperimentazione che appare spinta all’inverosimile, quasi una sorta di esternazione della follia che viaggia su effettistica e modulazioni. Oltre Lo Specchio si mantiene tra atmosfere vellutate in ingresso ed un progressive diverso dal solito che conosciamo bene. Certo qui i Marchesi Scamorza si muovono bene perché questo in fondo è il sound che li contraddistingue di più. Partenza dolce come sempre per raccontare della follia che poi esplode, come sempre nel rock di matrice progressiva. Urla Ricorda Pensa è un brano che gioca su un groove essenziale ed un rock sinfonico di base; anche qui nessuna sbavatura ma la ricerca di quello che, finora, ha mantenuto l’equilibrio di questo lavoro che proietta la band in una dimensione che le appartiene tutta. Con Notte Senza Fine si piomba in un jazz quasi da sperimentazione dove un bel sax apre la strada ad un sound notturno che cerca inesorabilmente una luce alla fine di un tunnel musicale che ricorda suoni e momenti legati ad ascolti passati. Un pezzo, questo, tutto da ascoltare. All’Ombra Della Lotta si presenta alle nostre orecchie con un underground emergente diverso nelle sfumature ma ben compatto nelle linee musicali. I giochi strumentali ed i ritmi che ci accompagnano verso la fine richiamano una discesa lenta verso contaminazioni che, anche se non sembrano tali, sono comunque l’essenza cardine dei Marchesi Scamorza che, a quanto ci è dato capire, vogliono esplorare sempre nuovi territori. Silenzioso Addio è un vero e proprio inno di un uomo che ha lottato con le proprie anime alquanto controverse. Il sound, di una delicatezza inaspettata, fa da subito pensare ad una sorta di addio, una poesia in chiave musicale che colpisce per la suite ed i suoni che emano una dolcezza rara di questi tempi. Questo disco è davvero colmo di belle canzoni che raccontano di un uomo e della sua schizofrenia e di un viaggio lunatico (e ciò mi ricorda un pezzo dei Genesis, Mad Man Moon) nel suo mondo interiore. C’è da dire che i Marchesi Scamorza, prima di realizzare i brani per Gemini hanno davvero studiato tanto, Infatti, temi come lo specchio dell’anima, sono stati esplorati, prima di loro da Wilde, Carroll, Poe. Ma i ragazzi ferraresi oltre che raccontare hanno anche intrapreso un viaggio musicale che li ha portati ben oltre …. il progressive.

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