T.Rex – The Slider

Il settimo album dei T.Rex è probabilmente il prodotto che ha fatto conoscere più degli altri il genio compositivo del grande Marc Bolan. In The Slider oltre ad essere presente tra i solchi il vero trionfo compositivo del folletto inglese che ha creato quel nuovo genere di rock che va sotto il nome di glam rock, vi è anche quella sottile ed inimitabile conferma di ciò che Bolan è come artista. The Slider è il prodotto che ha definitivamente contribuito alla svolta elettrica della band, confermato dai tanti brani presenti, primo fra tutti Rock On che è una bella ballata elettrica (ascoltare per credere). E se Electric Warrior è il massimo della band, The Slider è il lavoro che ha fatto toccare il cielo a Bolan & C. anche sulla spinta del successo che Electric Warrior aveva avuto l’anno precedente. Lanciato sul mercato con l’uscita di due singoli nel Regno Unito – Telegram Sun e Metal Guru, –  l’album è diventato il disco più conosciuto dei T.Rex sia negli States che in Europa, e la convinzione che tutto qui è frutto della mente bolaniana la si sente perché il disco contiene ballate ricche di misticismo, passaggi folk classici a dir poco sbalorditivi, senza contare poi la padronanza piena della forma pop-musica-canzone. Con The Slider è davvero impossibile non restare coinvolti dall’ondata di musicale che colpisce in faccia senza guardare; i pezzi qui sono di una perfezione assoluta, quasi maniacale e la consequenzialità dei pezzi sul disco non è nemmeno un caso ma uno studio approfondito di passaggi e mixaggi che solo Tony Visconti e Bolan potevano immaginare. L’apertura di The Slider, affidata a Metal Guru, sembra sia l’avvio di una festa di suoni e colori unici nel loro genere; il pezzo appartiene ormai davvero al pantheon delle aperture di grandi dischi rock, una vera e propria celebrazione di ciò che Bolan è nel suo insieme e di ciò che rappresenta per il rock del periodo (ma anche per ciò che ancora rappresenta). Il pezzo, dotato di una grande fisicità spaziale, è quasi un’autocelebrazione per un Bolan che è destinato ad essere sempre più stella, ed uno dei massimi cantori del rock. Il romanticismo angoscioso ed elettrico che esplode con il pezzo arriva fino allo stomaco lasciando estasiati per quanto si ascolta, e non ci sembra poco affermare che Metal Guru è ciò che solo i T.Rex di Bolan potevano concepire. E se la fisicità spaziale con cui Bolan ed i suoi T.Rex aprono questo disco contribuisce davvero a creare un alone di misticismo intorno all’intero disco, Mystic Lady è invece il tentativo di emulare quella meravigliosa composizione che è stata Cosmic Dancer, ma che non ha altri eguali; si perché con Mystic Lady, Bolan sembra volersi nascondere per sfuggire da quel clamore che lo circonda e che quasi gli rovina il quotidiano vivere. Bolan qui dimostra quanto sia ancora alla ricerca di un suo equilibrio artistico mentre tutto il resto è ciò che cerca di portarlo su strade che lui vuol tenere lontane quali consumismo, idolatrismo artistico ed altro ancora. Rock On oltre ad essere una traccia davvero eccezionale, un pezzo che non lascia scampo a chi lo ascolta anche per la prima volta, è infarcito da continui cambi che hanno dato un nuovo volto al modo di concepire la scrittura musicale con tanta di quella contaminazione blues alla Howlin Wolfs e di altri come lui, un pezzo che ha il blues nelle viscere. Si potrebbe continuare all’infinito nel parlare di questo splendido The Slider ma non vogliamo tediarvi troppo perché preferiamo che ve lo ascoltiate tutto questo disco, ma ciò però che vogliamo qui far risaltare è che The Slider, così come The Electric Warrior, sono il vero e proprio apice del glam rock allo stesso modo in cui lo è quello di un Bolan in piena forma; qui la fusione tra la lucidità vocale  chitarrismo essenziale bolaniano sono il massimo, come lo è anche il fatto che loro, i T.Rex, pur mancando delle ambizioni che corrispondono ai nomi di Bowie o a quello dei Roxy Music, avevano di diritto una loro collocazione nel panorama rock dell’epoca. The Slider lo dimostra appieno essendo un disco che nessuno è mai riuscito ad eguagliare. Sarà che perché è forse la naturale prosecuzione di Electric Warrior? A chi ci legge l’ardua sentenza.

 

 

 

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