Black Hole – Evil In The Dark

Evil In The Dark dei Black Hole è davvero un album che non si sa dove collocare a causa della sua difficoltà interpretativa, capace di giocare tra l’essere una vera e propria colonna sonora ed il divenire vera e propria dark wave. Il concetto di sound, qui, è fuori da ogni schema perché i vari passaggi che compongono il disco sembrano scaturire da una illogicità musicale che pur delineandosi poco a poco, sembra essere più votata alle sperimentazioni sonore che altro. La curiosità però non manca anzi, si anima ancora di più quando le keybords lavorano per costruire sottofondi alla Deep Purple che si convertono in  suoni oscuri che ricordano i Black Sabbath degli esordi. Potremmo qui dire che i Black Hole sono quella parte di dark metal immaginifico che viaggia sulle atmosfere dell’underground di matrice italiana, un concetto questo abbastanza complesso da capire se non si ascolta attentamente il disco. Infatti, anche per questo, i Black Hole sembrano essere una band fuori dagli schemi e lo conferma proprio questo Evil In The Dark che impone, prima di una scelta definitiva di genere, un senso di dubbiosità in chi ascolta per la prima volta questo lavoro. Il fuori canone qui è di casa, il disco sembra essere la composizione di tante prove ma è concepito in realtà con un senso dell’orientamento da parte della band che non lascia scampo. Infatti i veronesi Black Hole sono una di quelle poche band che non si è voluta per nulla assoggettare ai  “momenti”, alle mode musicali, né tanto meno alle case discografiche, una scelta di stile che merita un elogio per il coraggio fin qui dimostrato.  Fatto è che da Land Of Mystery, album del 1985 presto divenuto un album importante e di culto, sono passati a quel Living Mask del duemila per poi dissolversi e ritornare in questo 2018 con Evil In The Dark che raccoglie tante idee della band sviluppate nel corso del tempo. E’ di certo un album per pochi intimi, ma è anche un lavoro che affascina se lo si ascolta con la giusta predisposizione. Un album che viaggia tra irrazionalità e progressione sonora con un sottile piacere di italianità. Per chi ascolta un bel viaggio nell’oscurità. Buon inferno a tutti!

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