REVEERS – TO FIND A PLACE

I Reveers con To Find A Place forgiano un sound che potrà solo evolversi ancora di più. Con il tempo e l’esperienza, le produzioni dei Reveers, partiti davvero col piede giusto, avranno sicuramente ancora tanto da dire in campo musicale … e non solo in quello. E dobbiamo dire che Music Force/Tok Records hanno visto giusto anche questa volta.

Quando metti su questo disco la mente va indietro, si, indietro nel tempo a quei  dischi che hanno forgiato i nostri ascolti. In To Find A Place, lavoro di esordio della band friuliana dei Reveers, la presenza di atmosfere che hanno accompagnato la nostra crescita è presente ed in misura del tutto personalizzata. I suoni che questo disco ci propone sono quelli che hanno avuto in Jeff Buckely una base solida, dove il soave cantato è spesso accompagnato da quelle schitarrate tipiche che ti ritrovi in in dischi capolavoro quali Grace o Mojo Pin. Ricordo con affetto le chiacchierate fatte a proposito di Grace con Giancarlo Susanna, grande ammiratore ed estimatore di quel Buckley portatoci via da un destino comune ad altri. Erano i tempi in cui ricorrevano i dieci ani dalla pubblicazione di Grace, capolavoro assoluto di quel genere, ma erano anche gli anni in cui la musica si dava una nuova veste …. e che veste. E quelle atmosfere, impresse nei nostri padiglioni auricolari come un marchio le ritroviamo in parte in questo To Find A Place, prodotto con meticolosa sapienza da questi ragazzi flriuliani che meritano la nostra attenzione, e non solo la nostra. E bastano davvero le otto tracce per dare a To Find A Place quel senso di irraggiungibilità perché capace di porsi tra suoni marchiati degli anni che viviamo e quelli che abbiamo alle spalle ma che ci hanno forgiato musicalmente come il sound di Canterbury o quello più immediato che va sotto il nome di post rock. Nelle otto tracce del disco le gradazioni sonore sono smussate ottimamente, ma non possiamo fare a meno di notare che l’influenza di band altisonanti come i Radiohead, o la psichedelica fantasiosa dei Pink Floyd sia si palpabile ma non invadente. To Find A Place è un disco dalle molteplici sfaccettature, quelle composite letture che ognuno la fa come meglio crede perché le sensazioni variano da soggetto a soggetto, da orecchio ad orecchio, da ascoltatore ad ascoltare, da musicista a musicista; ed è forse proprio questo il pregio dei Reveers, band capace di parlare lingue musicali diverse ma concettualmente ferree. Di loro raccontano che la musica prodotta è post rock, di loro invece noi diciamo che qui c’è l’essenza di composizioni molto più varie ed amalgamate a tal punto da spingerci ad affermare che è ora di guardare, e con immediatezza, al futuro. Quante volte abbiamo visto band decadere dopo la loro prima produzione? I Reveers, con To Find A Place hanno posto le basi per una crescita che non può fermarsi al primo passo; qui la psichedelica, gli arpeggi ed i riff presenti fanno pensare ai passaggi di certi Suede che sembrano abbiano forgiato con i Reveers il brano di apertura, Low To The Ground, o a quel Music For a Silent Film brano senza ombra di dubbio da considerarsi il migliore grazie a quella sperimentazione surreale che vi si trova. To Find A Place dimostra di essere un lavoro contaminato dai grandi suoni del rock, ma è anche la dimostrazione che la band friuliana ha davvero tutti gli attributi giusti per essere annoverata, con questa produzione, tra i migliori lavori usciti nel 2017 per la Music Force/Tok Records. Se poi, come hanno dichiarato espressamente in un’intervista, il disco che ha cambiato il modo di vedere la musica è In Raimbows dei Radiohead, beh, allora ci spieghiamo quanto To Find A Place è la forgiatura di un sound che migliorerà sempre più con il tempo e l’esperienza.

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