The Visionoir – The Waving Flame of Oblivion

Tra elettronica e space rock alla Ozric Tentacles, tra progressive e la musica doom di band come i Black Sabbath ma che in alcuni tratti richiamano anche i nostri ……. Psychedelic Witchcraft, il progetto solista di Alessandro Sicur, alla sua seconda produzione, arriva fino a noi carico di quel bel sound che ci ha sempre contraddistinto su questo sito dedicato alla scena del psyco-progressive. Alessandro Sicur esordisce con The Waving Flame Of Obvilion anticipato dal demo Throught the inner gate, e dietro quel Visionario nome si nasconde proprio questo interessante progetto che ha molte sfaccettature. La prima di queste è che l’intero album, The Waving Flame Of Obvilion, si muove tra lo space rock, il gothic metal, l’avantgarde, il prog rock, il doom metal, il progressive metal e lo sperimentalismo più spinto ricavandone uno stile del tutto personale ed unico. Un album questo, decisamente inconsueto tra le tante uscite discografiche spesso ripetitive che il mercato propina perché qui la musica non è astrattismo, ma un concetto multi sonoro fatto di tutte quelle forme espressive che provengono da mondi lontani, come ad esempio la psichedelica che scorre quasi invisibile lungo gli strumenti. E non mancano poi i riferimenti a poeti ed epoche passate che probabilmente hanno contributo alla crescita di quest’artista poliedrico che ora realizza davvero un bell’album concettuale. A stare a quanto dallo stesso dichiarato in un’intervista, in questo nuovo lavoro l’artista friulano sottolinea quanto il suo sound è oggi rappresentato in quest’album. Sia la matrice progressive, che la presenza di un doom metal mai troppo enfatizzato, si alternano in un contesto dove i riff alla fine la fanno da padrone. L’apertura del disco, affidata ad Dinstant Karma, oltre a esprimere le capacità compositive di questo bravo strumentista e campionatore hanno riferimenti precisi in quelle che sono le atmosfere tipicamente crimsoniane fine anni ottanta seguite, dal bel brano metal The Hollow Man, che spinge ad incorporare la voce del poeta inglese T.S. Eliot recitante la poesia che porta lo stesso nome. 7even è ricca di tutte quelle belle atmosfere orientaleggianti che danno al pezzo una ricchezza ed una sonorità inusuale ma profondamente ricercata dal musicista come accade anche in The Discouraging Doctrine Of Chances dove l’inserimento del sitar è poi sommerso da pesanti fraseggi musicali che rendono il pezzo fortemente caratterizzato delle sonorità ricercate di Alessandro Sicur. Ma quando arriva il momento di Shadowplay le atmosfere che ci sommergono sono quelle a noi più vicine per la profonda suggestione psychedelica del brano. Coldwaves invece si muove verso orizzonti di puro dark wave per giungere poi, attraverso  la declamazione poetica di A few more steps, con la voce di Dylan Thomas che recita “The Lament” alla traccia finale Godspeed Radio Galaxy che sprigiona surrealismo, potenza e bellezza allo stesso tempo. The Visionoir è un album aperto a tutti, qui non c’è solo progressive ma la ricerca di un connubio tra generi diversi che si amalgamano alla perfezione, anzi si fondono sfruttando tutta la ricerca che Alessandro Sicur ha finora compiuto. Ed è proprio questa ricerca che ora si è finalmente concretizzata in una specie di suite che il musicista ha realizzato con saggezza. The Waving Flame Of Oblivion è un album costruito con sapienza ma ricolmo di tutto quell’amore per la musica che Alessandro Sicur dimostra di avere perché questa è una produzione che il polistrumentista ha marchiato di tutta la sua conoscenza. Infatti,  Sicur per la realizzazione dell’album ha utilizzato la chitarra elettrica, un synth Ultranova, un composer midi per la trascrizione e memorizzazione delle idee, aggiungendo poi basso e batteria elettronica. Poi la registrazione su una workstation digitale e l’aggiunta delle tastiere e mellotron. Insomma il tuttofare Alessandro Sicur è di certo da seguire fino in fondo, un po’ forse come ci è capitato in passato con alcuni lavori di Mike Oldfield. The Waving Flame Of Obvilion è un disco assolutamente da non perdere per chi ha voglia di perdersi poi tra la buona musica.

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