Intervista a Luigi Bruno dei Muffx

Abbiamo incontrato per una piacevole chiacchierata Luigi Bruno leader dei Muffx che, come ci svela in questa nostra intervista, dopo L’ora di tutti tornano a lavorare su un nuovo concept album.

L’ora di tutti” è il quarto lavoro in studio dei salentini  Muffx,  uscito per Blackwidow records. La band guidata dal cantante e chitarrista Luigi Bruno (leader della Mediterranean Psychedelic Orkestra, fondatore del Collettivo Sbam e della Ill Sun Records e ideatore della Sagra del Diavolo) e completata da Alberto Ria (batteria), Mauro Tre (tastiere e synth) e Ilario Suppressa (basso), propone un concept album strumentale liberamente ispirato all’omonimo romanzo (uscito nel 1962 per Bompiani) di Maria Corti ambientato durante l’invasione Turca nel 1480 a Otranto. A differenza dei lavori precedenti è strutturato in una suite composta da quattro brani strumentali – Un’alba come tanteVengono dal mareOttocento e Bernabei (tutti della durata di circa dieci minuti) – suonati dal vivo in studio senza interruzioni o aggiustamenti postumi. Sanguigno, crudo, rispecchia pienamente la dimensione live della band che va dritta al sodo senza fronzoli o forzatura. Il sound richiama volutamente le atmosfere progressive rock italiane degli albori, come a voler omaggiare le band dalle quali prendono ispirazione come:Goblin, Caravan, Le Orme, Biglietto Per L’inferno.  Abbiamo incontrato il leader della band Luigi Bruno ed è nata questa piacevole chiaccherata

Raffaele Astore Sono dieci anni che siete sulla strada, quella musicale logicamente, dischi, tour, concerti anche all’estero. Siete cresciuti molto dagli esordi e la tenacia è quello che vi contraddistingue. Ma la vostra idea di musica è molto più concettuale: come siete arrivati a tanto?

Luigi Bruno Disco dopo disco ci siamo concentrati sempre di più sull’aspetto ‘evocativo’, presente sin dall’inizio nel nostro progetto ma un certo punto credo che questa parte abbia preso il sopravvento ed inevitabilmente ci ha portati ad una forma espressiva appunto più concettuale.

Raffaele Astore Il vostro è un rock d’autore. Come ci si trova in una terra dove la musica che fate p davvero fuori dal “territorio”?

Luigi Bruno Probabilmente è stato proprio questo territorio ad innescare il meccanismo che ci ha portati a fare un certo tipo di musica. C’è chi guarda ad una vecchia masseria diroccata immaginando una colonna sonora fatta di tamburreddhu e violino e c’è chi come noi invece ‘sente’ altro guardando la stessa immagine. La claustrofobica assenza di spazi per un certo tipo di musica nella nostra terra probabilmente è stato il principale motore che ci ha spinti a produrre musica con le nostre sonorità. D’altronde le strade sono due, o ci si vittimizza atrofizzandosi nel nulla o si crea altro proprio per sfuggire dalla staticità dovuta a tendenze, mode, costumi  e se vogliamo anche certa politica. Noi abbiamo sin da subito scelto la seconda strada.

Raffaele Astore  Avete da sempre creduto nelle vostre idee, siete stati “tosti” nel forvi trascinare nel marasma di musiche popolari “collettive”. La vostra è una musica ricerca, nulla è lasciato al caso. Ecco, per voi cosa deve contraddistinguere oggi un musicista?

Luigi Bruno Credo che ognuno debba fare quello che sente di dover fare indipendentemente da qualsiasi costrizione mentale o di qualsivoglia altra natura. Personalmente ritengo che inseguire mode blocchi il processo creativo e magari fin tanto hai trovato il sound del momento quel sound è già passato di moda e ti ritrovi punto a capo. Pertanto ognuno dovrebbe preoccuparsi solo di produrre opere di qualità, che restino e durino nel tempo senza porsi troppi problemi e senza aspettarsi niente, se si parla di arte non vedo altri modi possibili.

Raffaele Astore Sin dagli esordi, nel 2007, con “… Saw The …” avete avuto recensioni lusinghiere dalla stampa; il vostro è uno stoner essenziale caratterizzato dalla vostra dirompente personalità. Come si giunge a comporre musica così, quale è stato il vostro percorso?

Luigi Bruno La spontaneità. Questo non vuol dire che incidiamo qualsiasi cosa ci passi per la testa, ma su centinaia di idee che ci passano per la testa successivamente operiamo una profonda e minuziosa selezione. Scelte le idee più consone e coerenti col nostro percorso  procediamo a raffinare il tutto e se il risultato ci soddisfa allora e solo allora partoriamo un album.

Raffaele Astore Con L’ora di tutti, il vostro ultimo lavoro, vi siete catapultati in genere che definire progressive è poco. Personalmente mi sembra che siate più vicini ad una sorta di art rock psichedelico.

Luigi Bruno L’etichetta di genere è l’ultima delle nostre preoccupazioni, se serve a catalogare l’opera in un contesto allora possiamo ben riconoscerci nell’Art Rock ma la verità è che, soprattutto per ‘L’Ora Di Tutti’, abbiamo lavorato come se stessimo realizzando una colonna sonora ma con i mezzi a disposizione di un quartetto rock, il risultato finale è stato questo.

Raffaele Astore Le sonorità che trapelano dal disco sono varie, ma anche dense e gradevoli ad un’orecchio attento. Potrà sembrare retorico dopo aver affermato ciò, ma quello che contraddistingue questo lavoro è la semplicità immediata della musica nonostante l’idea di base sia quella del romanzo di Maria Corti. Tutto ciò è il risultato che vi aspettavate o miravate a qualcosa di più?

Luigi Bruno Riteniamo di essere soddisfatti, volevamo un album suonato dal vivo in un’epoca in cui questo accade sempre più di rado. Allo stesso tempo abbiamo anche effettuato un processo di sintesi scartando molto materiale e filtrando al massimo le parti più strettamente tecniche per raggiungere appunto un risultato quanto più immediato e naturale per l’ascoltatore come giustamente tu stesso hai notato.

Raffaele Astore Dieci anni di attività sono tanti. Come avete superato le difficoltà di produzione che in questo nostro Salento non sono poi così presenti?

Luigi Bruno In questi dieci anni effettivamente più che al Salento dobbiamo dire grazie ad altre realtà geografiche, sia in termini di produzioni discografiche dato che le etichette che hanno supportato i nostri album non sono mai state salentine o pugliese salvo nel caso di Epoque in cui ci fu una coproduzione con la Lobello Records di Tobia Lamare, idem per gli editori, distributori ma anche club e festival che ci hanno ospitato in Italia e in Europa ma raramente nella nostra terra. Siamo sempre sati consapevoli di non essere una band da notte Della Taranta perciò da questo punto di vista siamo abbastanza sereni.

Raffaele Astore E veniamo al disco; molti lo hanno definito un discone, e personalmente concordo; non mancano le cavalcate rock, le aperture ad una psichedelica che potrei definire personalizzata, ma non mancano nemmeno gli ospiti. Ecco, come li avete scelti?

Luigi Bruno A parte una piccola parte di fiati che volevamo in ‘Un alba come tante’ ci siamo molto limitati con le ospitate rispetto ai lavori precedenti. A un certo punto abbiamo voluto inserire delle citazioni di N. Hikmet, rispettando la metrica del poeta abbiamo deciso di usare la sua lingua e per questo ci siamo affidati ad un ragazzo Turco, G.Ismail, che si è prestato a collaborare con entusiasmo al progetto.

Raffaele Astore Nel disco mancano parti vocali, eppure siete partiti con l’inglese, avete proseguito con il cantato in italiano, ora solo musica. Cosa ha dettato questo percorso?

Luigi Bruno Semplicemente non servivano parole. Di parole sull’invasione turca di Otranto nel 1480 se ne trovano in maniera esaustiva sia nei libri di storia (scritti da vincitori e vinti) e ance appunto in romanzi storici come quello della Corti, principale fonte di ispirazione dell’opera. Quello che mancava per completare l’immaginario della vicenda era appunto una colonna sonora. E noi abbiamo provveduto.

Raffaele Astore In questo periodo state lavorando molto per promuovere questo bel lavoro che proporrei di sicuro tra i migliori usciti quest’anno. Ma ci sono anche i progetti per il futuro. Ci state già pensando o vi prenderete una pausa di riflessione?

Luigi Bruno Certo, stiamo già lavorando ad un nuovo concept album e stiamo anche decidendo se riprendere o no in mano il vecchio album ‘Nocturno’ dopo aver interrotto la sua produzione alcuni anni fa per vicendo personali.

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