Muffx – L’ora di tutti

Devo dire che la prima impressione che si ricava da questi quattro musicisti è che hanno le idee chiare, e non poteva essere diversamente visto che a guidarli è Luigi Bruno, personaggio molto impegnato ed anima dei Muffx, che sa bene quel che vuole. L’ora di tutti, è il titolo dell’album uscito ad ottobre per la Ill Sun Records, un traguardo per ora provvisorio di un percorso partito nel lontano 2007 (anche se loro sono di fatto nati nel 2006). I Muffx sono una band che sciorina musica di alto spessore,  un sound che è maturato con il tempo e con l’esperienza, una musica che parte dal cuore, raggiunge il cervello per raccogliere quell’energia necessaria a sccaricare su chi l’ascolta una vera e propria iniezione di adrenalina pura. Parlare dei Muffx vuol dire parlare anche di un culturalismo che si è perduto nel tempo; l’impegno a narrare di cose della propria terra non è da tutti in questo campo e loro lo fanno con entusiasmo, ed il fatto poi che la maturazione di questa band  sia passata anche attraverso l’apertura dei concerti di alcuni nomi come Giorgio Canali, Teatro degli Orrori, Goblin, Richard Sinclair o che si siano esibiti con Claudio Simonetti nella rivisitazione di alcuni brani dei Goblin, o che con il loro videoclip de “La Processione” tratto dall’album “Epoque” si sia aggiudicato il Terzo Premio della VI edizione del concorso Nickelclip, sono tutti fattori di quanto poi a decretare il successo dei Muffx sia di fatto stato il pubblico. L’attuale line-up che ha realizzato L’ora di tutti vede alle chitarre Luigi Bruno, alle percussioni Alberto Ria, Mauro Tre alle tastiere e synth ed Ilario Suppressa al basso. Tutto ciò poi con il sostegno di special gest come Gorkem Ismail alla voce in “Vengono dal mare” e “Bernabei”, di Andrea Doremi al trombone in “Un’alba come tante” e Gianni Alemanno anch’egli quale sostegno trumpet nel brano appena menzionato. Il disco che vi stiamo presentando è un lavoro determinato, sostanziale, coeso, così come lo è stato Epoque il loro terzo lavoro che è un viaggio psichedelico capace di mettere in mostra un’umanità falsa, una produzione dove il rock non è solo quello suonato ma idea esaltata ed irrinunciabile. L’ora di tutti è la naturale prosecuzione del percorso dei Muffx che partendo con Epoque, vero e proprio manifesto del Salento più rock, narra di quelli che sono i misteri di Otranto. I Muffx però, bisogna dirlo, non appartengono a nessun filone musicale ben definito, sono gli approcci alla musica che cambiano e lo si comprende ancora di più con L’ora di tutti dove l’approccio varia tra progressive, psichedelìa ed art rock. Il fatto poi che nel disco mancano le parti vocali porta a farci affermare che la band vuole a tutti i costi far “parlare” la musica, ed i Muffx lo sanno far bene. L’apertura del disco, affidata a Un’alba Come Tante è un crescendo continuo della composizione, la simulazione di un risveglio di un paese che non sa ancora cosa l’attende e che si prepara alla sua quotidianità normale anche se dalla parte opposta sono pronte ad attraccare le navi che porteranno distruzione e lacrime.  Con Vengono Dal Mare l’ansia è la cosa che colpisce immediatamente perché è quasi il prologo dei turchi conquistatori; qui ritmo violento e dissertazioni di stampo jazz diventano vere e proprie cavalcate musicali. E’ invece Ottocento a rendere chiaro il movimento fin qui concepito dai Muffx: così come la storia racconta di quegli ottocento martiri di Otranto, i Muffx qui narrano in musica quanto gli otrantini vissero rinchiusi nella cattedrale, e quanto i loro animi fossero dibattuti nello scegliere tra una conversione all’Islam o un abbraccio al proprio destino fatto di morte. Con Bernbaei, invece, che chiude questo bellissimo disco, la conversione di un soldato islamico al Cristianesimo, presentata con veri e propri passaggi orientaleggianti, giustiziato quale monito dai suoi stessi compagni di invasione, suggerisce un confronto tra quello che è stato e quello che è, anzi tra quelle vicende e quello che oggi, proprio quelle vicende rappresentano. Quest’album poi contiene anche piccoli arrangiamenti di fiati che danno a L’ora di tutti quell’energia e quel efficacia giusta a farci affermare che ci si trova di fronte ad un vero e proprio concept-album, anzi un concept di tutto rispetto, sin dalla copertina. Tra il cd ed il LP prodotti proprio nelle copertine ci sono delle differenze nascoste che chi acquisterà questa produzione potrà divertirsi a ricercare. Un’ottimo segnale questo che l’illustratore Massimo Pasca, salentino doc anche lui, ha voluto inserire per motivare la particolarità di un’opera destinata a restare nel tempo, e non come spesso accade essere inserita solo nelle nostre raccolte discografiche casalinghe e basta. Difficilmente ciò potrà accadere perché un’album così, dove stoner, hard rock, psychspace, rock progressive sono l’essenza di una catarsi muffxiana per descrivere un pezzo di storia del Salento, è più che altro destinato ad alimentare nella band stessa e nel pubblico tutto la convinzione che i Muffx non sono solo ottimi musicisti, ma “intelligenti” e “colti” salentini, nonché compositori preparati, in grado di portare in giro per il mondo un rock che non solo suona ma “racconta”di una terra che non è più la glorifica terra del ri-morso, ma il territorio di un rock nuovo a cui si guarda con interesse. Ai Muffx l’onore di essere portabandiera del rock di questo lembo di territorio, a tutti invece un buon ascolto dalla terra degli ulivi e del nuovo corso della musica rock!

 

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