“The Archinauts” il disco d’esordio degli Isproject

Prodotto da Fabio Zuffanti, suonato con la Z-Band e Martin Grice, pubblicato da AMS Records, il concept album visionario del giovane duo propone un’interpretazione moderna, artistica e graffiante del progressive-rock

«Chiamiamo il nostro approccio alla musica “progressive” perché non si etichetta nè si lega in particolar modo a un solo genere, ma li abbraccia tutti. Ha radici in diversi modi di vedere e ascoltare la musica: il rock, il Pop, la musica classica, il jazz, il blues. Tutti questi generi convergono nel nostro modo di esprimerci. “Progressive”, quindi, diventa per noi un ricettacolo di sonorità legate alle emozioni e, a seconda di ciò che vogliamo esprimere, ne conseguono particolari timbriche». Hanno le idee molto chiare Ivan Santovito e Ilenia Salvemini, i due giovani musicisti pugliesi che nel 2013 hanno fondato il duo Isproject, finalmente giunto in dirittura d’arrivo con il disco d’esordio The Archinauts, pubblicato da AMS Records (distr. BTF). Sette tracce di progressive-rock contemporaneo, caratterizzato dall’impeto e dal temperamento giovanile dei due ragazzi, dalla personalizzazione delle sonorità storiche del genere, dal coinvolgimento di musicisti di peso, a cominciare da Fabio Zuffanti.

The Archinauts infatti è stato prodotto proprio da Zuffanti, suonato dai musicisti della Z-Band (Giovanni Pastorino, Simone Amodeo, Paolo Tixi, il grande Martin Grice dei Delirium) e Andrea Bottaro, frutto dunque di un accattivante lavoro di squadra: «Il nostro approccio giovanile, il carattere vivace, la voglia di fare e l’intraprendenza hanno colpito Fabio Zuffanti. Fare musica in libertà, senza preoccuparsi di alcuna conseguenza, necessita di coraggio: lui ha visto tutto ciò e ha voluto dar voce ai nostri pensieri. Oltre a essere stato il nostro talent scout, ha coordinato in studio sia il lavoro dei musicisti che la registrazione delle parti vocali, apportando ulteriori accorgimenti a ogni singolo strumento. Ha valorizzato in modo efficace le nostre voci, consigliandoci ulteriori arrangiamenti sempre nuovi, focalizzati a determinate parti che, secondo il suo punto di vista, avevano il potenziale di poter essere ulteriormente impreziosite».Una caratteristica significativa di The Archinauts è il suo spirito concettuale, che abbraccia ogni aspetto dell’opera, comprese poesia, fotografia e architettura. Un dato degno di nota, considerata la giovane età di Ivan Santovito (classe 1991) e Ilenia Salvemini (1993), che dichiarano a riguardo: «È un album visionario, quindi legato fortemente al visivo. Anche i teaser che abbiamo realizzato ne sono testimoni. Si fa riferimento all’uomo che interagisce con architettura, natura e città. Quindi tratta di noi. Noi tutti siamo Archinauti: interagiamo con il mondo e molto spesso non lo apprezziamo abbastanza. Così facendo non lo valorizziamo e perdiamo la nostra umanità. Con questo album, quindi, cerchiamo di raccontare paure e ansie, ormai figlie del mondo moderno, cercando di ri-dare un senso alle cose».

The Archinauts sintetizza in pieno le inquietudini del progressive moderno senza rinnegare la lezione del passato: sette tracce di sofisticato rock sinfonico, che puntano a un’idea di “sequenzialità” in cui atmosfere diverse – melodiche, accattivanti, sontuose – si alternano senza perdere di vista il filo conduttore. Il risultato ottenuto da Santovito e Salvemini è dovuto anche al loro grande amore per il prog della contemporaneità, sia italiano che straniero, e per la musica classica: «La lista dei nostri punti di riferimento sarebbe davvero troppo lunga e andrebbe dalla musica classica alla celtica, che hanno influito enormemente sulla composizione. Per quanto riguarda le sonorità vicine al rock citiamo in primis Anathema, Steven Wilson e Muse. Dal punto di vista vocale spuntano nomi come Epica, Within Temptation e Kamelot. Il progressive di oggi brulica di giovani menti, tra quelli che hanno suscitato particolare interesse ci sono i nostri amici Unreal City, i Diraxy e i Dropshard. Gli elementi classici però sono state le nostre radici, hanno influenzato il nostro presente e continueranno a farlo nel futuro: tutto ciò deriva dall’ambiente in cui siamo entrambi cresciuti, l’uno circondato da strumenti e vinili e l’altra a pane, balletti russi e sonate di Chopin». 

«Chiamiamo il nostro approccio alla musica “progressive” perché non si etichetta nè si lega in particolar modo a un solo genere, ma li abbraccia tutti. Ha radici in diversi modi di vedere e ascoltare la musica: il rock, il Pop, la musica classica, il jazz, il blues. Tutti questi generi convergono nel nostro modo di esprimerci. “Progressive”, quindi, diventa per noi un ricettacolo di sonorità legate alle emozioni e, a seconda di ciò che vogliamo esprimere, ne conseguono particolari timbriche». Hanno le idee molto chiare Ivan Santovito e Ilenia Salvemini, i due giovani musicisti pugliesi che nel 2013 hanno fondato il duo Isproject, finalmente giunto in dirittura d’arrivo con il disco d’esordio The Archinauts, pubblicato da AMS Records (distr. BTF). Sette tracce di progressive-rock contemporaneo, caratterizzato dall’impeto e dal temperamento giovanile dei due ragazzi, dalla personalizzazione delle sonorità storiche del genere, dal coinvolgimento di musicisti di peso, a cominciare da Fabio Zuffanti.

The Archinauts infatti è stato prodotto proprio da Zuffanti, suonato dai musicisti della Z-Band (Giovanni Pastorino, Simone Amodeo, Paolo Tixi, il grande Martin Grice dei Delirium) e Andrea Bottaro, frutto dunque di un accattivante lavoro di squadra: «Il nostro approccio giovanile, il carattere vivace, la voglia di fare e l’intraprendenza hanno colpito Fabio Zuffanti. Fare musica in libertà, senza preoccuparsi di alcuna conseguenza, necessita di coraggio: lui ha visto tutto ciò e ha voluto dar voce ai nostri pensieri. Oltre a essere stato il nostro talent scout, ha coordinato in studio sia il lavoro dei musicisti che la registrazione delle parti vocali, apportando ulteriori accorgimenti a ogni singolo strumento. Ha valorizzato in modo efficace le nostre voci, consigliandoci ulteriori arrangiamenti sempre nuovi, focalizzati a determinate parti che, secondo il suo punto di vista, avevano il potenziale di poter essere ulteriormente impreziosite».

Una caratteristica significativa di The Archinauts è il suo spirito concettuale, che abbraccia ogni aspetto dell’opera, comprese poesia, fotografia e architettura. Un dato degno di nota, considerata la giovane età di Ivan Santovito (classe 1991) e Ilenia Salvemini (1993), che dichiarano a riguardo: «È un album visionario, quindi legato fortemente al visivo. Anche i teaser che abbiamo realizzato ne sono testimoni. Si fa riferimento all’uomo che interagisce con architettura, natura e città. Quindi tratta di noi. Noi tutti siamo Archinauti: interagiamo con il mondo e molto spesso non lo apprezziamo abbastanza. Così facendo non lo valorizziamo e perdiamo la nostra umanità. Con questo album, quindi, cerchiamo di raccontare paure e ansie, ormai figlie del mondo moderno, cercando di ri-dare un senso alle cose».

The Archinauts sintetizza in pieno le inquietudini del progressive moderno senza rinnegare la lezione del passato: sette tracce di sofisticato rock sinfonico, che puntano a un’idea di “sequenzialità” in cui atmosfere diverse – melodiche, accattivanti, sontuose – si alternano senza perdere di vista il filo conduttore. Il risultato ottenuto da Santovito e Salvemini è dovuto anche al loro grande amore per il prog della contemporaneità, sia italiano che straniero, e per la musica classica: «La lista dei nostri punti di riferimento sarebbe davvero troppo lunga e andrebbe dalla musica classica alla celtica, che hanno influito enormemente sulla composizione. Per quanto riguarda le sonorità vicine al rock citiamo in primis Anathema, Steven Wilson e Muse. Dal punto di vista vocale spuntano nomi come Epica, Within Temptation e Kamelot. Il progressive di oggi brulica di giovani menti, tra quelli che hanno suscitato particolare interesse ci sono i nostri amici Unreal City, i Diraxy e i Dropshard. Gli elementi classici però sono state le nostre radici, hanno influenzato il nostro presente e continueranno a farlo nel futuro: tutto ciò deriva dall’ambiente in cui siamo entrambi cresciuti, l’uno circondato da strumenti e vinili e l’altra a pane, balletti russi e sonate di Chopin».

The Archinauts – tracklist:

1.Ouverture; 2. The Architect; 3. Mangialuce – a.He Is Here – b.Progressive Shadows – c.Without the Face; 4. The City and the Sky; 5. Lovers in the Dream;  6. The Mountain of Hope; 7. Between the Light and the Stone – a.Fragile – b.Innocence – c.Erase the Ancient World

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