Lou Reed – Rock’n’Roll Heart

Rock and Roll Heart è stato il primo album di Lou Reed per l’etichetta Arista Records, un album dominato nell’insieme da atmosfere pop che si dilatano lungo le dodici tracce di questo percorso musicale che l’artista propone.  I testi sono in gran parte concepiti come delle lodi nei confronti di un amore che per l’artista è rappresentato dal rock’n’roll;  qui, il suo impegno e la fedeltà alla buona musica sono anche intrisi di quelle perversioni alle quali Reed ha abituato il suo pubblico. perversità prima di ogni cosa perché Rock and Roll Heart è questo. In questo disco la band sembra davvero essere in ottima forma, con alcuni passaggi che ricordano certi movimenti di stampo velvettiano nonostante siano narrati in modo tale da anticipare ciò che avverrà con la successiva produzione, quello straordinario capolavoro che è Street Hassle. L’album, purtroppo, è stato molto spesso sottovalutato, ma l’unica chitarra che vanta, quella di Reed, riporta a quei suoni di un’epoca tramontata forse, ma in grado anche di evolversi sapientemente. Musicalmente Reed ha lavorato sapientemente aggiungendo il sassofonista Marty Fogel alla band supportato alle tastiere da Michael Fonfara e dal batterista Michael Suchorsky che sapranno, poi, definire il nuovo suono louriadiano nei successivi album prodotti dell’artista. E la risposta a tutto ciò lo si vede sia nell brano di apertura I Believe in Love che nello stesso Rock and Roll Heart presentati con un potere musicale unico che danno valore, e basterebbero, a tutto il lavoro compositivo fatto per realizzare quest’album. Ma anche You Wear It So Well diventa un pezzo faro per quel rock’n’roll animal louridiano prima di giungere ad una delle tracce velvettiane che Reed resuscita per questa produzione, quella A Sheltered Life dal sapore del tempo che fu.  E la ciliegina sulla torta Reed la mette sul pezzo finale Temporary Thing, uno dei brani più oscuri del Reed solista che sfodera qui la sua ossessione nel difendere i tossicodipendenti, descrivendo come si faccia ad assumere un farmaco. Reed nello scrivere i pezzi per quest’album sembra nuovamente diventare compassionevole verso i maledetti, ma l’aver arruolato come sempre ottimi musicisti, anche se di matrice diversa, portano Rock and Roll Heart su una strada diversa, dove l’individualità alla fine rende giustizia a quanto la band riesce a fare con le idee in musica di Reed. Nonostante le vendite scarse, ed un certo malumore da parte del pubblico ben abituato ad altre cose, Rock and Roll Heart resta comunque un passaggio necessario nella carriera di questo artista e solo come tale va considerato. Rock and Roll Heart lo si potrà ascoltare e riascoltare innumerevoli volte, ma ciò che resta sono solo alcune tracce, proprio come quel Temporary Thing capace da solo di sconvolgere la coerenza dell’intero album. Molti, dopo questa produzione, ebbero il timore che l’artista stesse per finire “le cartucce”, ma se queste munizioni sono quelle che Reed si preparava poi a far esplodere con il successivo Street Hassle, allora c’è da dire che il rock’n’roll man che conosciamo, il mutevole musicista, il poeta del maledetto, l’uomo che ha saputo dare voce al lato selvaggio della vita,  ha come sempre anticipato tutto e tutti, compreso il tempo, e questo Rock and Roll Heart anticipa tutto quel rock che verrà anche se il risultato delle vendite è scarno. Ma un artista non si misura dalle vendite, un rocker non lo si valuta per i soldi fatti incassare alle case discografiche bensì per quel Cuore da Rock And Roll che Lou Reed ha sempre avuto.

 

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