Lou Reed – Rock’n’Roll Animal

Lou Reed è sempre stato un animale da palcoscenico nel senso che ha saputo immedesimarsi in mille volti, sempre diversi, quei volti che ha accuratamente, ma con estrema semplicità, descritto nelle sue canzoni. E l’animale di cui parliamo è capace di sfoderare nuovi suoni e nuove situazioni da brivido. Allora, prendete questo animale e mettetelo a fare rock da tre accordi e ne esce fuori Rock’n’Roll Animal, un capolavoro, anzi, il capostipite di quel rock che ti entra dentro fino al midollo attraverso il recupero in chiave rock di alcuni suoi classici nati sotto l’egida dei Velvet Underground. Qui Lou Reed è solo il cantante di una macchina da guerra del rock che si trasforma in quel famoso Rock and Roll Animal Tour che invade l’America con Dick Wagner e John Prakesh, già in precedenza con Alice Cooper e Steve Hunter, ex Detroit e Ray Colcord che va alle tastiere mentre alla batteria ci trovi Pentti Glan, strumentista capace di sostenere ritmi forsennati. Reed in quest’album si trasforma anche visivamente, un invasato dagli occhi sbarrati, esile come un filo intriso com’è di eroina e speed con capelli cortissimi, platinati, un collare da cane che gli ricopre il collo mentre la maglia a rete è coperta da un giubbotto in pelle…insomma l’antesignano di quelli che saranno i futuri punk. E il Reed animale del rock dimostra, come al solito, di saper anticipare i tempi e le situazioni ma sembra anche dire al suo pubblico che se vogliono lo show lui ci sta…ed ecco allora lo showman Reed che cala sul palco barcollando (andate a rivedervi il vecchio filmato su youtube poi ci direte).

Ma andando alla musica non possiamo non dire che questo è davvero un prodotto maestoso: l’intro, che dura ben oltre i tre minuti con chitarre che si rincorrono e si intrecciano, attendono solo l’ingresso del messia del rock, un messia preceduto da uno splendido trio di accordi che portano a Sweet Jane cantata con una voce “maledetta” dove Steve e Dick continuano a scambiarsi ruolo tra riff e schitarrate. Chi dice che questo non è rock, allora, ha capito ben poco….poi l’arrivo di Heroin porta tutti negli inferi, negli abissi più profondi che Lou Reed ha percorso e sta ancora percorrendo. Qui le tastiere di Colcord fanno la loro parte a dovere, ma è tutto il pezzo che ti entra dentro perché tra languide passeggiate nei fiumi dello speed ed improvvise accelerazioni il brano dà quella sensazione che solo Reed è capace di descrivere in musica. Sì, perché tutti sono in attesa che la botta arrivi fin lassù al cervello, ben oltre Dio. White Light/White Heat è ancora un altro ripescaggio dell’era Velvet, ancora un’alterazione dove il rock diventa di fuoco, il vero esempio di metallo battuto; anche qui Reed è capace di anticipare i tempi, e di tanto. Poi, con Lady Day, tratta da Berlin, arriva il pezzo che a noi – personalmente – piace di più che ne dicano tutti i critici di questo mondo, ma piace perché la voce di Reed è davvero al di sopra delle sue solite capacità, una voce che dà i brividi al solo ascolto e qui in questo lavoro i brividi non ti lasciano mai, sin dal primo solco. E non c’è tempo di respirare quando poi giunge Rock’n’Roll, un insieme di potenza con le chitarre che giocano prima di arrivare al finale dove tutti i musicisti si scatenano e di brutto.

In questo disco non c’è niente di sbagliato, anzi, proprio noi che sfuggiamo dalle recensioni dei live non potevamo mantenere questa linea anche con Rock’n’Roll Animal, non lo avremmo mai fatto perché questo è un lavoro live che non ha eguali perché è la madre anzi, il padre, di tutto quel rock che verrà dopo e poi, in questo record, tutto è perfetto, nulla è fuori posto e lo stile dimostra davvero come i musicisti dovrebbero fare rock sul palco. L’unica cosa che stona, forse, è il fatto che qui, Lou Reed, ha messo da parte la sua chitarra ed il suo ruolo di chitarrista ritmico per dedicarsi a quella immagine di androgino e di animale. Rock’n’Roll Animal va considerato come il disco live dove il rock è l’eccellenza, non ce ne sono eguali al mondo; è vero che ogni record ha una sua storia, che ogni musica ha il suo percorso, ma quando parliamo di rock, anzi di puro rock non si può prescindere da questo assoluto ed ancora ineguagliato lavoro. Già perché nemmeno il seguito, quel Lou Reed Live, altro disco scaturito dal Rock and Roll Animal Tour non mantiene le stesse promesse e gli stessi risultati di questo Rock’n’Roll Animal. E se a qualcuno di voi è capitato di assistere ad un concerto di Lou Reed, sa bene di cosa stiamo parlando perché il rock che ha fatto lui, il rock che ha coniato lui, è diverso, e non c’è bisogno di ricorrere a viaggi di cellulosa per capirlo, basta mettersi delle ottime cuffie e far partire il disco. Tenetevi forte però questo è solo l’inizio.

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