Jethro Tull – The Broadsword and the Beast

Nel 1982 i Jethro Tull pubblicano The Broadsword and the Beast  che giunge anche in risposta ad una parte delle negative critiche ricevute per la pubblicazione di A. Come quasi sempre avvenuto anche per questa nuova produzione i JT apportano una parziale modifica alla band con il cambio alla batteria che invece di ……… (vedi album A) vede l’ingresso di Gerry Conway che in futuro sarebbe diventato uno dei membri dei Fairport Convention ed occasionalmente dei Pentagle, mentre alle tastiere si riscontra l’ingresso di Peter John Vettese che oltre a contribuire in maniera forte alla realizzazione del nuovo album dei Jethro che saranno contaminati dall’elettronica. E così la nuova formazione di Anderson si assesta con lo stesso Anderson alla voce, flauto traverso e chitarra acustica, il solito Martin Barre alla chitarra elettrica ed acustica, Dave Pegg al basso, mandolino e voce mentre i nuovi entrati come Conway vanno alle percussioni ed alla batteria e Peter John Vettese si posizioni alle tastiere ed al pianoforte. Di certo The Broadsword and the Beast non è un ritorno al passato anzi, la produzione si rivela come una sorta di cambio di marcia ed a farlo notaro è ad esempio l’aver abbandonato il violino elettrico di Eddie Jobson a favore del tastierismo di Vettese che rimarrà con la per ben tre anni. Certo, con questo nuovo assetto, la band sembra quasi dipendere dai sintetizzatori ma anche qui i Jethro sapranno giocare il solito ruolo di “folletti del progressive”. Ed a dimostrarlo sono le melodie di questo The Broadsword and the Beast che si presentano così fresche e piacevoli da far dimenticare ben presto la presenza dell’elettronica. Il disco, inoltre, sembra proprio essere un nuovo concept e lo si nota scorrendone i brani che sembrano costruiti intorno ad un  mitico racconto di fantascienza dove risalta un combattimento tra un uomo ed un drago o qualcosa che ha a che fare con questo tipo di avventura. Ma come sempre nelle opere dei JT è sempre il suono a farla da padrone, quel suono che sa di gotico e di medioevo, quel suono che appare tale in pezzi come Beastie e Broadsword. Certo che qui i suoni generati dal computer si sentono, eccome, ma non influiscono a tal punto da mettere a repentaglio il sound tulliano che tutti conosciamo anzi, per far capire meglio come tutto avviene basti paragonare un questi suoni ad un altro esperimento di un’altra gloriosa band quali i Led Zeppelin che hanno esercitato lo stesso esperimento dei Jethro nella famosa No Quarter. The Broadsword and the Beast è un lavoro che presenta pezzi che portano a sensazioni diverse quali “Fallen On Hard Times” con un riff di flauto difficile a dimenticarsi, o come la ballata “Slow Marching Band” capace di commuovere al solo ascolto ma c’è anche il potente inno “Flying Colors” che semina e sparge davvero colori tutto intorno. Ma le eccellenti melodie proposte in Broadsword finiscono purtroppo per perdersi dentro le strutture ritmiche e synth che si appropriano di un ruolo davvero predominante lungo tutto il percorso sonoro. Nonostante l’andamento delle vendite all’estero però, questo nuovo lavoro dei Jethro non fu poi tanto considerato, ma come al solito anche qui le opinioni si dividero in buone e cattive. Fatto sta che Broadsword and the Beast non è certo l’album che ti aspetti da una band come i Jethro, ma quantto accaduto ai Jethro è poi accaduto ad altri mostri come i Genesis, i VDGG ed altri che il prog lo hanno creato. Ma c’è una piccola differenza in tutto questo: i Jethro Tull sono sempre stati maestri nel saper fondere le melodie medievali e folk con i nuovi suoni emergenti, ed anche se tra alti e bassi la loro è stata una carriera altalenante, la musica proposta non si è mai fossilizzata su un genere ben preciso. Quello che emerge in maniera forte con Broadsword and the Beast è la capacità dei Jethro Tull di mantenersi al passo con i tempi fondendo il loro stile menestrillista con i più moderni mezzi a disposizione. E se il 1980 per i Jethro è un vero punto di svolta artistico per la band il 1982, anno di uscita di Broadsword and the Beast è la conferma di tutto questo nuovo modo di essere Jethro Tull.

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