Caravan: If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You

caravan coverTra If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You e In the Land of Grey and Pink  dei Caravan non saprei dire quale dei due è davvero il migliore.

Potrei rischiare di cadere in una scelta logicamente personale e data la necessità di essere obiettivi quando si scrive, lascio ai nostri lettori questo arduo compito, anche se in realtà so bene quale tra i due lavori è il mio preferito.

Comunque sia, If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You è il primo vero album dei Caravan contenente nel suo insieme una esplosiva miscela di rock, jazz e musica classica che rendono quest’album un classico, appunto. Ed è proprio con If I Could che i Caravan possono essere giudicati, a giusta ragione, i fondatori di quel Canterbury sound del quale ci stiamo occupando.

La proposta che giunge con questo album, a conferma di quanto realizzato finora da parte della band, è un progressive che affonda le proprie radici nella melodia facendo si che questa linea sia, di fatto, il marchio di una band che se nel breve periodo potrà dare quello che ha dato, è negli annali rockprog che resterà per sempre.

Se In The Land Of Grey And Pink resterà di fatto un disco indiscusso per la sua eccellenza, in realtà questo secondo lavoro contiene un anticipo di come il suono e le composizioni dei Caravan si evolveranno successivamente.

Il disco in questione è completo sotto ogni punto di vista, ci sono pezzi non di certo banali e c’è già un anticipo di come il sound dei Caravan sarà ricordato grazie ad assoli strumentali e tempi non consueti per una progband.

If  I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You  risana del tutto quella differenza esistente tra psychedelia e progressive,  ed il Canterbyry sound afferma ancor di più quel ruolo di cerniera tra generi musicali (e non solo) che gli appartiene di diritto.

Quest’album dei Caravan ha in Pye Hastings la mente, infatti è proprio lui a scrivere ed arrangiare tutte le tracks, ma ha anche in Coughlan, Richard e David Sinclair le colonne portanti di un sound caratteristico ed unico. La partecipazione poi di Brother Jim ai fiati rende ancor di più giustizia ad un album che chiamare “unico” ci sembra superfluo.

Se prendiamo in esame alcuni delle “canzoni” che compongono  If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You, già dalla title track salta fuori che l’orecchiabile canzone lascia da subito un segno indelebile nell’ascoltatore; la semplicità di ascolto del brano non si può esprimere qui a parole, ed è solo l’inizio, perché quando si giunge poi alla fine, il complessivo ascolto dell’LP non lascia spazio alcuno a frivoli ripensamenti.

Questo non è un lavoro, ma un capolavoro di sound – che come tutti sappiamo – lascia un segno tangibile e tutt’ora vivo.

Il secondo pezzo And I Wish I Were Stoned – Don’t Worry è imbastito da un bella tastiera che lavora per tutta la durata del pezzo fino a completarsi nell’assolo di batteria che perfeziona una sorta di jam session orchestrata a meraviglia. E’ fin troppo facile, qui, intuire quanto questi musicisti abbiano dalla loro una tecnica ed una padronanza strumentale unica.

Tralasciando volutamente i pezzi che compongono l’album va sottolineato che If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You è una produzione che emana freschezza, un long-playing ben concepito e soprattutto ben arrangiato, un album che molti possono ignorare perché seguito dal capolavoro, ma che a noi risulta difficile tralasciare.

If  I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You fa da apripista al più acclamato In The Land Of Grey And Pink sia dal punto di vista compositivo che dal punto di vista lirico.

La ricchezza degli arrangiamenti uniti all’indispensabilità del suono fanno si che qui, il Canterbury Sound, sia in grado di esprimere le sue molteplici sfaccettature.

E’ qui che la caratterizzazione dei Caravan si percepisce nella sua pienezza grazie alle voci di Hastings e Richard Sinclair che trovano la loro espressione massima, ma grazie anche alla presenza di un ottimo organo tipico del sound canterburyano, ed alla sapienza con cui i raccordi acustici, dati soprattutto dalla presenza al flauto ed al sax di Brother Jim, sono realizzati.

Come chiudere una disamina di questo album? Forse con un consiglio per i lettori, forse con un ulteriore approfondimento di tutti i pezzi in esso contenuti?

If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You non ha bisogno di tutto questo; è sufficiente accendere lo stereo, mettere nel lettore il cd o sul piatto il LP e lasciarsi trasportare. Ma fatelo senza cuffie, lasciate librare il suono per capire fino in fondo quanto questo sia un album che non è minore a nessuno. Attenzione però, se lo ascoltate in presenza di altra gente in casa …. assicuratevi che non abbiano visto Sanremo!

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