areARock puntata n. 1 del 27.02.2017 suRadio Happy Days Rete Otto – F.M. 105

reteottoareARock è partita ieri sera come un razzo dando spazio in due ore ad un’ondata di rock al cardiopalma e non solo. Come promesso, volta per volta, dopo la puntata troverete sul nostro sito la riproposizione della scaletta ed una breve descrizione dei brani mandati in onda.

Ricordate, ogni lunedì dalla 22.00 alle 00.00 due ore di fuoco rock vi attendono!

 

David Bowie – No Plan

Lo scorso ottobre è stato pubblicato il “cast recording” di  “Lazarus”, il musical sequel de “L’uomo che cadde sulla Terra” a cui Bowie ha lavorato fino alla sua scomparsa, in scena a New York a fine 2015 e a Londra nel 2016. Il disco conteneva pregevoli versioni di canzoni di Bowie cantate dagli attori (andatevi a sentire la versione di “Heroes” cantata da Michael C. Hall e Sophia Anne Caruso). Ma soprattutto conteneva gli ultimi tre brani inediti incisi da Bowie durante le sessiondi di “Blackstar”.

“No plan” è perfettamente in linea con la musica del disco: oscura, ipnotica, inquietante, anche le qua con parole che tolgono il fiato: “Here, there’s no music here” e poi ancora “This no place, but here I am, this is no plan”. Bellissima e commovente, con un altro assolo di sax finale da brividi.

Emerson, Lake & Palmer – C’est La Vie

Brano tratto da Works Vol. I degli E.L.P. un album che si divide in quattro parti: una ciascuna per ogni componente della band e l’ultima destinata a tutto il trio. La facciata curata da Lake con l’ausilio dell’Orchestre de l’Opéra de Paris comprende cinque brani piuttosto romantici, convenzionali e poco convincenti con in evidenza la struggente C’est la Vie. I testi sono stati scritti con la collaborazione di Pete Sinfield.

Iggy Pop – Gardenia – #PostPopDepression

Padrino del punk con gli Stooges prima, creatura malleabile nelle mani del compianto amico David Bowie poi, Iggy ha toccato i picchi della propria discografia quando ben indirizzato da altri. Dunque, un performer presto divenuto esempio da emulare nel vasto campo rock, assurto a leggenda già nei gloriosi anni Settanta e di lì a seguire, ma poco avvezzo alle pratiche di produzione e di programmazione. Il disco arriva a tre anni dall’ultimo di Pop, Ready to Die. È stato lui a cercare Homme, in quel periodo impegnato con i suoi due progetti QOTSA e Eagles of Death Metal, e a spedirgli testi che aveva scritto, anche legati al periodo passato con Bowie a Berlino (su richiesta di Homme). Dopo tre mesi sono arrivati anche i testi di Homme, e così è cominciato tutto. Iggy ha detto che Homme lo ha portato “in posti in cui non era mai stato,” mentre la mente dei Queens of the Stone Age gli fa da eco dicendo: “Dovevamo andare dove nessuno dei due è mai andato prima. Questo era l’accordo. E di andare fino in fondo.” Terzo collaboratore al disco Matt Helders degli Arctic Monkeys alla batteria.

Linkin Park – Numb

Numb è un singolo del gruppo musicale statunitense Linkin Park, il terzo estratto dal secondo album in studio Meteora e pubblicato l’8 settembre 2003. Numb è stata realizzata con abbondante utilizzo di sintetizzatore e tastiera, a cui si aggiungono a tratti minori i riff di chitarra e basso. In alcune parti del brano, viene impiegata una drum machine. Numb è cantata quasi interamente da Chester Bennington, mentre Mike Shinoda rappa soltanto la frase «caught in the undertow, just caught in the undertow» nelle prime due strofe.

Lou Reed Vicious

Tratto dall’album TRANSFORMER prodotto da David Bowie Rock allegro, giocoso, cantato da Lou Reed in modo ironicamente ambiguo. Arrangiamento volutamente scarno per far risaltare il riff distorto, semplice ma efficace, della chitarra nervosa di Ronson.

Marillion – The New Kingsù

C’era grande attesa per questo “FEAR” (F*** Everyone And Run) sia per il buon successo di pubblico e critica conseguito dal precedente “Sounds That Can’t Be Made” sia per un titolo curiosamente inusuale per la storica prog rock band inglese. Il diciottesimo album della band vede dei Marillion assolutamente convinti del percorso che stanno compiendo (artisticamente parlando) e forse anche l’ascoltatore assalito da dubbi come il sottoscritto dovrebbe saper contestualizzare questo percorso senza forzare paragoni con lo scomodo passato. La scaletta nominalmente si compone di 6 brani, 3 suite (El Dorado, The Leavers, The New Kings) e tre canzoni tradizionali (Living in Fear, White Paper e la conclusiva Tomorrow’s New Country), pertanto un odorino di prog e qualche bel ricordo delle tracklist dei Pink Floyd anni ’70.

Matteo Brigo –   In The Lab

It Works!” è il titolo del primo album solista di Matteo Brigo, funambolico chitarrista dei Maieutica, con i quali aveva già pubblicato due full-length.  In questo suo disco di debutto protagonista assoluta è la chitarra, trattandosi di un disco strumentale di shredding. La tracklist, composta da dieci tracce, è immaginata come lo sviluppo sequenziale di una storia: il punto di partenza è rappresentato dagli esperimenti di uno scienziato pazzo, che daranno vita ad una serie di situazioni tra commedia e fantascienza, ispirate a cult-movie degli anni ’80, come la trilogia di “Ritorno al futuro”. Il tutto viene affrontato in chiave scanzonata e divertente, con un artwork fumettistico e uno stile molto vivace e accattivante. Da notare, peraltro, come Brigo non si rifugi quasi mai nel virtuosismo fine a se stesso, come fanno tanti suoi colleghi in dischi di questo tipo, ma cerchi piuttosto di sviluppare ciascun tema in modo da renderlo quanto più possibile diretto quasi cantabile.

Metallica- Moth Into Flame

E’ un singolo , il secondo estratto dall’undicesimo album in studio Hardwired… To Self-Destruct e pubblicato il 26 settembre 2016. Il videoclip, diretto da Tom Kirk (noto per la sua collaborazione con i Muse), è stato pubblicato in concomitanza con il lancio del singolo attraverso il canale YouTube del gruppo e mostra scene di questi ultimi eseguire il brano all’interno di una stanza illuminata da varie lampadine ondeggianti con altre in cui numerose falene volano attorno a un vecchio televisore.

OneRepublic – Let’s Hurt Tonight 

Let’s Hurt Tonight è un singolo degli OneRepublic, facente parte della colonna sonora del film Collateral Beauty e pubblicato il 9 gennaio 2017 come terzo estratto dal quarto album in studio Oh My My. Nel mese di novembre 2016 gli OneRepublic hanno eseguito la canzone agli MTV Europe Music Awards. Successivamente, il 6 dicembre hanno effettuato una performance a The Voice negli Stati Uniti, mentre il 15 dicembre nella finale di X Factor Italia. Il brano è stato rilasciato ufficialmente alle radio americane il 9 gennaio 2017.

Sting – I Can’t Stop Thinking About You.mp3 ALBUM 2016

Nuovo singolo di Sting, che segna quasi un viaggio nel passato. Ascoltando la canzone, infatti, si ritrovano le sonorità tipiche dei Police e dell’inizio della sua carriera. A metà tra vintage e pop rock, il brano è molto caro all’artista il quale ha sottolineato che ama sempre stupire, con lavori che nessuno si aspetta. Anche se a volte ciò significa fare un balzo indietro di diversi anni

SUEDE: It Starts And Ends With You

L’ALBUM Bloodsports non è un esperimento di marketing, messo in piedi a tavolino per cercare di tirar su ancora qualche soldo da una band ormai finita. I Suede ci sono, eccome… Suonano con la grinta delle band di ragazzini che sognano di sfondare, ma con un’esperienza e una maturità che lascia trapelare tutto l’affiatamento e la tecnica accumultata in vent’anni. In Bloodsports c’e tutto, dai singoli catchy come Barriers e soprattutto It starts and ends with you, alle ballatone singhiozzanti come Always e Faultlines. Brett Anderson ha ritrovato tutta la sua verve da neo-Brian Ferry che l’aveva reso celebre agli esordi, mentre l’unica nota di demerito è per il suono dei synth, decisamente poco attuali. In ogni caso, si sono scrollati via di dosso la polvere accumulata in quasi dieci anni passati nel dimenticatoio. Con grande stile.

System Of A Down – Chop Suey!

Il nome dei System Of A Down suscita sempre emozioni contrastanti. Il loro è uno di quei classici casi in cui vale davvero il detto “O li odi, o li ami”. Ma se sul piano musicale questa linea di pensiero può ancora essere valida, non così dovrebbe essere quando ci si focalizza sul loro messaggio, e quindi sul motivo stesso della loro presenza sulla scena.

Perché i System Of A Down -non lo dimentichiamo- hanno importanti ideali sociali e politici, che difendono strenuamente nella maggior parte delle loro canzoni. Non si parla di schierarsi per forza sull’uno o l’altro fronte, ma piuttosto di portare alla luce nefandezze militari e politiche di grandi potenze mondiali (ad esempio gli Stati Uniti) o tramandare episodi storici sconcertanti come il genocidio armeno del 1915 per mano della Turchia, che ha segnato negli anni a venire il popolo dal quale i quattro provengono.
Parlare di certi temi non è mai facile, ma il rispetto è doveroso per chi da anni porta avanti questo tipo di pensiero. Un pensiero che i System Of A Down trasmettono tramite una musica che è l’espressione stessa dei loro sentimenti, ovvero un’unione coesa di rabbia e melodie folkloreggianti.

Drifting Sun – The Hidden Truth.

L’ultimo lavoro dei Drifting Sun “Safe Asylum” merita di essere inserito tra i migliori album prog prodotti nel 2016 anche perché qui si sta parlando di new prog. Ed è questo forse il progetto più ambizioso della band. un lavoro che tra i tanti del 2016, quali quelli dei Dream Theater, Hawkwind, Motorpsycho,  Radiohead, David Gilmour e tanti altri ancora, ci hanno colpito per la proposta di un progressive “maturo”, come Dio comanda, e come musicista prog che si rispetti possa dare. The Hidden Truth un’atmosfera jazzistica con la voce di Peter Falconer che è piena di energia e compassione, quasi a diventare il vero punto focale di questo bel brano. La musica qui viene assemblata sapientemente con un suono di chitarra delicato inserita sul pentagramma su armonie precise. Questo brano attira subito l’attenzione di chi ascolta per la malinconia che è capace di esprimere e ciò prima che la chitarra diventi, davvero, padrona assoluta del pezzo.

Marlene Kuntz – Niente di nuovo

Chitarre elettriche in primo piano, riff che ti portano via la pelle, testi che non le mandano a dire – diretti come pugni… “Lunga attesa”, il nuovo lavoro dei Marlene Kuntz, è decisamente un disco che non fa compromessi.  E nasce con lo sguardo palesemente rivolto agli anni Novanta, a una fase precisa dell’evoluzione e della carriera della band piemontese: quella con i piedi ben piantati nel rock alternativo

Una dimensione che negli scorsi dischi non è mai stata preponderante, ma piuttosto presente in maniera sporadica, avendo il gruppo privilegiato un impatto meno rock e potente, seguendo un processo di cambiamento

Si gode senza freni con il grande rock sotterraneo il post punk gotico e spigoloso shoegaze, pop sperimentale e psichedelica tocchi punteggianti  alt rock da manuale.

Pearl Jam – Sirens

Sirens è un singolo del gruppo musicale statunitense Pearl Jam, il secondo estratto dal decimo album in studio del gruppo, Lightning Bolt, il 18 settembre 2013. Nella sua prima settimana d’uscita, ha registrato circa 13.000 download negli Stati Uniti

Il chitarrista Mike McCready ha composto il brano dopo aver assistito ad uno spettacolo del The Wall Live Tour di Roger Waters nel 2011, sostenendo che voleva “scrivere qualcosa che suonasse simile ai Pink Floyd”. Il testo curato dal cantante Eddie Vedder riguarda le sue preoccupazioni sulla mortalità e su ciò che il futuro riserva per le prossime generazioni.

Brendan O’Brien, storico produttore del gruppo dal 1993, l’ha definita come una delle canzoni più belle che i Pearl Jam abbiano mai scritto.

Magni Animi Viri –  Heroes.

Imponente. Così si presenta il package promozionale di questo progetto italiano di Giancarlo Trotta e Luca Contegiacomo. Pressoché sconosciuti al popolo metallico, i due fondono le loro radici (classiche il primo, progressive rock il secondo) in un’opera rock ambiziosa, curatissima e magniloquente, come impone la tradizione del musical rock, visitata di recente dalla PFM con il suo Dracula”.

Dal punto di vista lirico “Heroes Temporis” narra la storia di un uomo che – dantescamente, lasciatemelo dire – sogna diversi incontri che lo fanno riflettere sugli avvenimenti della propria vita, e lo porteranno ad una rinascita.

Le composizioni, cantate in italiano con cori in latino, sono arrangiate da Trotta e Contegiacomo, che si occupano anche di pianoforte, tastiere, moox, effetti e programmazioni, denotano fin dall’inizio una marcata predilezione per le atmosfere epico-cavalleresche, e il carattere sinfonico dell’intera opera suggerisce la possibilità che essa possa adattarsi bene a colonna sonora per film di ovvio genere.

Peter Gabriel – Red Rain

Il disco è un conglomerato di tutte le influenze che l’artista ha accumulato nel corso degli anni, dall’ambient al pop, con una fortissima presenza di elementi di world music. L’attitudine progressive di Gabriel, autore o co-autore di tutti i brani, rimescola con sapienza questi aspetti così diversi e crea un sound nuovo che padroneggia con maestria. Con apparente semplicità riesce a gestire le diverse ascendenze, ricreando atmosfere eteree come in “Red Rain”, grazie anche all’uso dell’effetto “gated drum”, un sistema di registrazione della batteria molto in voga negli anni ’80 che crea il riverbero caratteristico

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