UNA FOTOGRAFIA, tributo a CLAUDIO ROCCHI (2016)

claudio-rocchi-500x500La prima produzione dell’etichetta Solchi Sperimentali Discografici è l’inizio di un progetto che contiene già tante gemme. La voglia di proporre quelle musiche altre hanno portato Antonello Cresti e Valerio D’Onofrio a concepire questo tributo a Claudio Rocchi cui hanno collaborato tanti artisti che con il rock e con le musiche altre hanno tanto in comune.

Non c’è molto rock nelle produzioni di Claudio Rocchi, eppure, l’artista è stato un personaggio imprescindibile per certa musica italiana degli anni ’70.

Dopo un breve passaggio negli Stormy Six, di cui fu bassista e cantante nel primo album, Claudio Rocchi esordisce con un paio di 45 giri e un album – “Viaggio” (1970) – che ne spiegano il talento e la grande capacità comunicativa.

Con “Volo Magico n. 1”, il suo secondo lp, il cantautore di Milano, spicca il volo verso una musica che non ha confini. Come i confini non appartengono a questo nuovo progetto, prima produzione discografica della nuova etichetta Solchi Sperimentali Discografici, fondata da Antonello Cresti e Valerio D’Onofrio, che contiene la registrazione del live di Milano in ricordo di Claudio Rocchi ed a cui hanno preso parte i Nihil Project di Antonello Cresti con la collaborazione di Fabrizio TestaLuca OlivieriAndrea TichFabrizio Tavernelli ComplessoAcoustic TrionLuca Dai & Alessia PasiniMarco Lucchi & Massimo AmatoEnten HittiAlberto Morelli/Dissoi LogoiRiccardo Sinigallia e i Camerata Mediolanense.

Già dal titolo del cd “Una fotografia” Tributo a Claudio Rocchi, si può intuire l’importanza di un progetto che oltre a celebrare l’artista e l’uomo Rocchi, esce a distanza di ben tre anni dalla sua morte. Ma il disco non è solo un tributo, è un percorso di artisti per far conoscere meglio un artista che è inserito in quelle musiche altre di cui, uno dei produttori, Antonello Cresti, ne è un artefice.
Ma per chi si avvicina per la prima volta ad un’artista di tale calibro, è giusto continuare a far conoscere l’importanza di Claudio non solo musicalmente ma anche “carismaticamente” per il ruolo ricoperto nella musica degli anni ’70.

La produzione di Rocchi è talmente abbondante e di qualità che i brani avanzati da Volo Magico danno corpo al terzo capitolo dell’autore, “La norma del cielo” che, pur non raggiungendo i livelli della precedente produzione, è una conferma delle capacità compositive e produttive di Claudio.

Ma il Claudio Rocchi che conosciamo ha anche una propensione ed un amore verso le discipline orientali che, ben presto, lo portano a compiere un viaggio in India tanto da influenzare la produzione del quarto album, uscito nel 1973 e chiamato semplicemente “Essenza”.

Questo quarto lavoro di Rocchi risulta fortemente condizionato da una totale immersione spirituale che però non sempre viene condivisa dal pubblico più esigente. Ma la strada è ancora lunga da percorrere e lo spostamento verso queste sonorità più etniche e spirituali porta Rocchi a collaborare con alcuni musicisti degli Aktuala, in particolare con Trilok Gurtu che collaborerà con Rocchi per l’album che uscirà l’anno successivo “Miele dei pianeti, Le isole, Le api” che prelude già ai due episodi più sperimentali della carriera di Rocchi e cioè Rocchi e SSoni di frontiera, con i quali si conclude poi, di fatto, il contratto con la Ariston.

Il passaggio alla Cramps è una delle chiavi fondamentali per la carriera dell’artista. Rocchi pubblica ben due album che sono l’esatto opposto del misticismo intriso nella produzione di “Essenza”, lavori questi che lo riportano alla forma canzone più usuale: “A fuoco” e “Non ce n’è per nessuno” in cui fondamentale diventa anche la collaborazione di Paolo Tofani degli Area, anche loro sotto etichetta Cramps.

L’ingresso in una comunità aderente alla filosofia della Coscienza di Krisna porta Rocchi a registrare alcuni dischi con un’altra etichetta, la Isckon.

Un lungo silenzio discografico viene interrotto nel 1994 dalla pubblicazione di “Lo scopo della luna” realizzato con gli storici amici della scena milanese quali Mauro Pagani, Paolo Tofani, Alberto Camerini, Lucio Fabbri, ed altri), seguito dal suo ultimo lavoro “VDB – Nulla è andato perso” del 2013 realizzato in coppia con uno dei musicisti più importanti degli ultimi tre decenni, Gianni Marroccolo.

Ma Rocchi non è stato solo un autentico musicista, i suoi progetti li ha realizzato attraverso produzioni cinematografiche come “Pedra Mendalza”, trasmissione radiofoniche come “Per voi giovani”, cortometraggi per la Rai, collaborazione con band di psichedelica come Efferiscent Elephants di Vercelli.

Il 2012 finalmente vede il nostro Claudio ricevere il riconoscimento alle carriera con il Premio Amilcare Rambaldi che gli viene consegnato a marzo. Purtroppo, il suo stato di salute tende a peggiorare e Claudio ci lascia nel giugno 2013. Un lascito che non ha di certo, secondo la nostra opinione, eredi.

Per chi ha avuto, come me, la fortuna di assistere ai suoi esordi, il suo ricordo spassionato come apripista per un concerto della PFM in cui militava il suo amico Mauro Pagani, diventa un motivo in più per far comprendere alle giovani generazioni l’importanza delle produzione rock anni ’70 e dei quali Rocchi oltre ad essere un artefice ne è stato un precursore per tutta quella musica che verrà dopo di lui e che influenza sempre di più le nuove generazioni.

Rocchi amava definirsi un “cantastorie visionario e un menestrello”, per noi Claudio invece è un vero mito della musica di nicchia e lo hanno pienamente dimostrato tutti gli artisti coinvolti in questa produzione di Solchi Sperimentali, “Una fotografia – Tributo a Claudio Rocchi” voluta fortemente da Antonello Cresti e Valerio D’onofrio. Un lavoro che ha il sapore di un “ritorno” a quelle musiche altre di cui lo stesso Cresti ne approfondisce nei suoi libri che non potete non far mancare nelle vostre librerie, così come non può mancare questo cd-tributo all’uomo-artista Rocchi.

Chi scrive è del sud Italia, e mi piace chiudere questo ricordo di Claudio e questa presentazione di Solchi Sperimentali con alcune parole tratto dal brano ….. contenuto nell’album Rocchi

“l’origano è secco sulla sabbia di Puglia

puoi prenderlo in mano per i tuoi pomodori

…e li che la gente parla a tutti col tu

e beve l’acqua dei pozzi dove noi ci laviamo…”

 

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