Psychedelic Witchcraft – The Vision (2016)

psychedelic-witchcraft-500x500The Vision” è l’interessante opera prima dei fiorentini Psychedelic Witchcraft, band dedita ad una certa riscoperta di quelle sonorità che richiamano alla mente gruppi come gli Iron ButterflyUriah Heep, ed i più famosi Black Sabbathdi Ozzy Osbourne. Infatti, così come nei gruppi appena citati, le sonorità di questa band riportano ad uno stoner di vecchio stampo facendo sì che questo loro primo e completo lavoro sia intriso della riscoperta di una stagione musicale ormai alle spalle.

Fondati in un recente passato, il 2015, la giovane band fiorentina ha nei suoi componenti, ed in particolare nella voce di Virginia Monti, l’ensemble di fuoco sonoro dove poggia, di fatto, questa bella produzione che mette gli amanti di tal genere all’ascolto di un lavoro “italianissimo” anche per gusto.
L’ispirazione viene, oltre che dai già citati Black Sabbath, da gruppi che hanno fatto la storia di questo genere e che vanno dai Led Zeppelin ai Black Sabbath, agli Jefferson Airplane ma che di certo non tralasciano toccate alla Howlin’ Wolf o alla Muddy Waters. Certo, il fatto che la band sia più apprezzata all’estero che in patria lascia capire quanto, questa nostra terra, sia contraddittoria anche in fatto di musica prodotta.

Gli Psychedelic Witchcraft, la cui collocazione è quella tra blues e doom fanno pensare anche all’heavy psych che affonda le proprie basi nei primi anni del ’70; e che periodo, per noi che scriviamo, è stato quello; foriero e ricco di spunti musicali ben al di là di quel ’68 musicale troppo esaltato, da sempre etichettato con i figli dei fiori e cose del genere.

The Vision è un lavoro che si lascia apprezzare dal primo ascolto con chitarre ruvide e pungenti che si plasmano con i ritmici degli altri strumenti in un unicum che esalta ancor di più la splendida voce di Virginia.

In A Creature, brano di apertura, è proprio Virginia Monti che fa fin da subito vedere di che pasta è fatta, con una voce che si interseca a menadito con la chitarra old style di Jacopo Fallai e la ritmica di basso di Riccardo Giffrè che crea un vero mantra insieme alla batteria di Mirko Buia. Un ascolto ripetuto di questo brano, statene certi, vi porterà indietro nel tempo che fu; già e che tempo!
Con Witches Arise un riff di chitarra ti riporta a ritmiche che richiamano certi passaggi dei migliori Uriah Heep. Puro hard rock con il riff di basso che detta la base e fa impostare anche la misura agli altri strumenti, in particolare, ad una chitarra che ritmicamente, proprio alla maniera degli Uriah, fa scorrere tutto il brano. La voce splendida di Virgina è il LA che dà alla chitarra di Jacopo lo spunto per un assolo non energico ma brillante come certo rock richiede. Insomma un brano rock vecchia maniera.

Demon Liar a me ricorda molto ingressi rock agli Humple Pie ma la voce di Virginia non lascia viaggiare troppo la mente perché la personalità è intrisa di cadenza rytm che stravolge, come di consueto, questo piacevole brano dilaniato dalla chitarra di Fallai. Un bel brano per amanti di un rock che non ci ha abbandonato mai (e grazie a Dio).

L’apertura di Wicked Ways intriso di un bel blues-rock iniziale fa da apripista alla voce del gruppo che trascinandosi come nei precedenti regna sovrana e incontrastata dalla perfetta armonia dei strumentisti che cuciono sapientemente il loro stile sonoro. Sonorità solo impercettibili ricordano poi i buoni e vecchi Black Sabbath. Sarà, ma anche dalla copertina certe sfumature si raccolgono bene.

The Night, un bel blues con sfumature rock che ti riportano ad assaporare strutture stoner dalla godibilità alta come ai tempi di gruppi come Nebula, Masters of Reality, e così via dicendo..
The Only One That knows viaggia su meccanismi melodici sostenuti da una musicalità che ti riporta sin da subito a riascoltare il brano più di una volta. La sintonia strumentale qui si fa sentire ancor di più (ma è solo una sensazione da ascoltatore incallito) e la voce di Virginia non è la sola a restarti dentro; è tutta la band fiorentina qui a saper bene come creare rock melodico di buon livello. E come negli altri brani il riff di chitarra elettrica mi riporta a certe sensazioni vissute negli ultimi anni con la chitarra elettrica di un certo … Lou …. poi il tutto si evolve in un sound zeppeliano quasi inaspettato.

War non è come in altri brani famosi che conosciamo. Qui si parte in sordina con un bel riff di chitarra, un basso ed una batteria che sostengono ritmicamente la voce di Virgina, con un sound che richiama i sempre onnipresenti Black Sabbath. Il tempo ci riporta indietro a quei vinili come Black Sabbath Vol. 4 che non mi stancherò mai di ascoltare con un certo …. Paranoid consumati dalle puntine del mio giradischi. Con questo brano da vera guerra “rock gli Psychedelic Witchcraft ci consegnano un perfetto connubio tra rock vecchio stampo e nuova concezione di hard sound.

Different continua sulla stessa scia dei precedenti con l’onnipresenza riffica chitarristica di Jacopo Fallai che qui si introduce a ritmi di puro blues come accadeva in tempi rmai lonatani nei primi Cream. La voce di Virginia, a questo punto del lavoro, mi sembra molto più matura e curata quasi una Janis del futuro (lo dico solo perché la voce di JJ è unica) ma la Virginia di cui parliamo ha doti vocali che la porteranno molto lontano.

L’ultimo brano Magic Hour Blues di questo The Vision ci proietta in un prog che ben conosciamo. Personalmente paragonare un gruppo italiano ad un suo conterraneo non si addice molto … e per questo non lo faccio qui … perché proseguendo nell’ascolto ci trovi a livello musicale anche del buon jazz, del sinfonismo, del liricismo che tanto fanno ritornare in mente di noi proghettari. Una cascata di generi per questo brano conclusivo di un lavoro che, personalmente, abbiamo ritenuto lodevole di apprezzamento.

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