Intervista a Lorenzo Leddi

mamma-non-piangere-520x245Abbiamo contattato Lorenzo Leddi dei Mamma non piangere dopo aver attentamente ascoltato la loro ultima produzione uscita a febbraio “Mamma non piangere n. 3”. Oltre ad aver trovato un Leddi in forma, come capiranno i nostri lettori dall’intervista, l’ottima forma è incisa anche nei solchi di questo lavoro che lascia di sicuro stupiti. Lorenzo mi ha detto di non sapere dove collocare la loro musica e di certo lo fa sicuramente meglio uno che la vede da fuori. Allora un buon consiglio: ascoltatevi Mamma non piangere n. 3, leggetevi questa intervista, rilassatevi, e poi decidete”

Raffaele Astore Partiamo dagli anni 70 anzi dal ’77 ed in breve cominciamo con il chiarire chi erano, chi sono e come sono nati i Mamma non piangere? Certo che quel 77 ricorda tante cose!

Lorenzo Leddi Prima e durante il 1977, lavoravo contemporaneamente a tre spettacoli diversi: uno era un concerto con pezzi composti in gran parte da me (il “cantautore” Lorenzo Leddi), un altro si intitolava “La torta in cielo” con canzoni di Woody Guthrie, Joe Hill e Bob Dylan, e il terzo era “Lo strumento fa concerto”, dove in tre musicisti suonavamo qualche decina di strumenti di ogni tipo della collezione di Nicola Scarano, uno spettacolo allestito soprattutto per le scuole. I musicisti erano più o meno gli stessi nelle tre “versioni”. A un certo punto abbiamo sentito il bisogno di dare un’accelerata al nostro lavoro compositivo e così, insieme a Paolo Vicario che già aveva scritto qualche testo, a qualche nuovo amico musicista arruolato per l’occasione e al contributo di mio fratello Tommaso abbiamo iniziato l’avventura dei Mamma Non Piangere. Ci trovavamo di sera nella palestra della Scuola Media Rinascita, la mitica scuola della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Eravamo: Paolo Vicario, Alessandro Cattaneo, Stefano Achilli, Nicola Scarano, Gianni De Marchi, Filippo Santi, Marco Gulli ed io. Negli anni successivi il progetto è andato avanti anche con altri musicisti che andavano e venivano a seconda dei periodi di tournée e degli impegni personali di ciascuno: Maurizio Bezzi, Sonia Milan, FrancoiseGoddard, Lorenzo Odelli, Titti Busacca, Luca Perreca (che diventerà una colonna portante dei Mamma), Roberto Meroni, Sergio Cosentino, Ferdinando Faraò, Maurizio Del Monaco, Giorgio Battaglia, Giorgia Marzano, Giorgio Merati. Salvatore Garau e Dino Mariani sono stati ospiti speciali in alcuni concerti. Nella nuova formazione di MNP3 si aggiungeranno  Walter Prati e Laura Agostinelli.

Raffaele Astore Gli anni 80 invece vi vedono riflettere per un bel po’. Perché una pausa così lunga?

Lorenzo Leddi Nel 1980 si è aggravata la crisi della committenza dei concerti e della distribuzione discografica. Questa ha colpito prima i gruppi meno conosciuti come il nostro, che ha interrotto l’attività nel 1981, e successivamente, nell’anno successivo, gruppi più famosi come Ensemble Havadià, guidato da MoniOvadia e gli StormySix, che erano il gruppo di riferimento per molti di noi. Nel 1982 ho fatto parte dell’Ensemble Havadià nello spettacolo “Specchi” per il quale ho scritto tre pezzi, di cui due con Gino e Michele, e successivamente ho lavorato per qualche mese come fonico dal vivo degli StormySix, sostituendo Giorgio Albani, impegnato col servizio militare che allora era obbligatorio. Poi ho cambiato mestiere e, anche così, non ho mai smesso di scrivere musica. D’altra parte avevo cominciato a comporre presto, all’età di 13 anni, con un gruppo che si chiamava GJLP, che suonava canzoni scritte da noi e col quale siamo apparsi anche in Rai  (allora ricordo che c’erano solamente due canali televisivi, RAI 1 e RAI 2). Quindi, anche dopo la prima esperienza dei Mamma ho continuato a comporre anche se non avevo un gruppo fisso con cui suonare. Mio fratello Tommaso mi passò uno dei primi programmi di notazione (Rhapsody per Riscos3 Archimedes) e lavorare con quello era una pacchia perché si poteva ascoltare in tempo reale quello che si scriveva sul pentagramma. In seguito ho continuato ad aggiornarmi con programmi di notazione sempre più sofisticati. Nel 1981 eravamo ragazzi di 23-27 anni. La “pausa” è stata abbastanza lunga perché nel frattempo ognuno di noi ha messo su famiglia e ha costruito una propria attività lavorativa. Ferdinando e Roberto sono diventati musicisti professionisti.

Raffaele Astore La vostra musica ha radici diversificate, sembra di trovarsi in una sorta di interscambio ferroviario con diversi binari a disposizione che portano a Zappa, alla demenzialità degli Skiantos o a quelle di Elio e delle Storie Tese. Quale è in realtà la vostra reale collocazione? Io vi ho inserito nel rock in opposition di un certo Henry Cow. Ho centrato l’obiettivo?

Lorenzo Leddi Dove collocare la nostra musica non saprei. Lo fa sicuramente meglio uno che la vede da fuori. Posso pensare che le influenze si trovano nella musica che ascoltiamo. Per quello che mi riguarda ho ascoltato e continuo ad ascoltare soprattutto alcuni compositori di fine 800 e della prima metà del 900,  i contemporanei di allora e di oggi, i compositori di musiche per film. Da ragazzo ascoltavo molto i Beatles, Renato Carosone, Fred Buscaglione, gli Shadows, Los Tres Paraguayos, poi GentleGiant, King Krimsom, CaptainBeefheart (il mio preferito),Led Zeppelin e Frank Zappa. Poi, più che gli Henry Cow, che sono comunque grandissimi, direi Art Bears e Slapp Happy. Gli StormySix di Macchina Maccheronica hanno lasciato un segno molto forte nei giovani Mamma di quel periodo.

Raffaele Astore  Come nasce Mamma non piangere n. 3?

Lorenzo Leddi  Da una cena con Luca Perreca il 15 ottobre 2009 al ristorante Cecco di Milano. Gli ho detto che non si poteva andare avanti così e lui ha annuito.  Abbiamo contattato gli altri che si sono stupiti che gli chiedessimo una cosa che per loro era scontata. Nessuno ricordava il motivo per cui l’attività si era interrotta il 5 settembre 1981. L’attività è quindi ripartita dal punto in cui era stata lasciata 28 anni prima. Dopo qualche mese abbiamo avuto il grande piacere di conoscere e di avere con noi Laura.

Raffaele Astore  Musica sperimentale, jazz, musica contemporanea. Sembra un connubio perfetto per una produzione stilistica fuori dal comune. Ciò è dovuto alle diverse esperienze dei componenti o ad un’idea ben precisa di stile e produzione?

Lorenzo Leddi  Quando scrivo penso a quelli che suoneranno il pezzo e faccio in modo di scrivere quello che a loro piacerebbe suonare. Qualche volta riesce, qualche volta no. Come dici tu, le esperienze e le aspettative dei componenti sono eterogenee e alla fine comunque chi suona coi Mamma trova sempre il modo di metterci del suo.

Raffaele Astore  Perché Cooperativa musicale Mamma non piangere? Una scelta fuori dalle etichette di genere o un messaggio oltre che musicale anche politico?

Lorenzo Leddi  C’è un equivoco. I Mamma non erano una cooperativa ma facevano parte della Cooperativa L’Orchestra di Milano, etichetta discografica e agenzia di concerti con gruppi mitici come StormySix, Ensemble Havadià, Picchio dal Pozzo, Henry Cow, EtronFou, jazzisti come Tony Rusconi e Guido Mazzon. L’Orchestra era stata fondata con un chiaro programma di politica culturale e con l’obiettivo di salvaguardare e difendere l’autonomia dei musicisti. Credo che sia stata l’unica esperienza del genere al mondo e che andrebbe fatta conoscere meglio ai più giovani. Franco Fabbri ne era il presidente e sul suo sito c’è una sezione dedicata all’Orchestra, che consiglio di visitare.

Raffaele Astore  Come scrive Antonello Cresti la vostra fortuna sta probabilmente nell’aver avuto sempre apporti da musicisti diversi presenti in formazione e forse per questo vi ha anche definito una sorta di ensemble rotante. So però che la vostra fortuna sta nel contatto continuo e diretto con il pubblico. Ecco, il pubblico, che ruolo effettivamente gioca nelle vostre composizioni e quanto influisce?

Lorenzo Leddi  Una composizione è finita quando viene presentata ad un pubblico che apprezza e critica. In questo abbiamo sempre fatto fatica perché i pezzi che proponevamo nelle situazioni più disparate (anche Feste dell’Unità, feste di paese, ecc.) erano spesso inaspettati e l’ascoltatore era preso troppo in contropiede. Per questo motivo i nostri concerti erano infarciti di gags musicali: facevamo in modo che chi ci era presente e non conosceva la nostra musica non scappasse via subito. Questa scelta di proporre cose anche complesse e difficili senza prendersi troppo sul serio penso sia nata dal rapporto diretto col pubblico di tanti concerti.

Raffaele Astore  Nella recensione che ho fatto scrivo “ questo disco, pur in una sua discontinuità, è imprescindibile da un ascolto libero”. Volevate ottenere questo? Abbiam colto nel segno?

Lorenzo Leddi  Direi proprio di si.

Raffaele Astore  Le esperienze estere quanta influenza giocano nella produzione dei Mamma non piangere?

Lorenzo Leddi  All’estero abbiamo avuto le esperienze più belle e più ricche di stimoli e confronti.

Raffaele Astore  Sinceramente, che cos’è che ha fatto rimettere insieme oggi i Mamma non piangere?

Lorenzo Leddi  Non saprei, sembrava che ciascuno di noi non aspettasse altro.

Raffaele Astore  Il vostro è un lavoro preciso ed attento di scrittura e composizione. Oggi ci sono artisti che producono album nel giro di poche ore, voi, invece, siete completamente fuori da questi schemi. E’ il preciso rifiuto di industria musicale?

Lorenzo Leddi  I nostri pezzi vengono lavorati tanto, anche in post produzione, perché ad ogni esecuzione e dopo ogni ascolto vengono sempre nuove idee. Non avendo nessuno che ci costringe a correre, noi andremmo avanti all’infinito a lavorare su una composizione. Finché si arriva a un momento in cui si trova il coraggio di dire: adesso basta, questo pezzo lasciamolo così.

Raffaele Astore  Mamma non piangere n. 3, ora altri trent’anni per un nuovo lavoro e la vostra ricerca è già orientata?

Lorenzo Leddi  Il materiale di Mamma Non Piangere n.4, molto abbondante, è in gran parte già stato scritto. Ora bisogna iniziare la maratona di lavorarlo. Con la rapidità che ci contraddistingue ne avremo per un po’. Ma sarà come sempre per noi un grande divertimento.

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