Van Der Graaf Generator – Pawn Hearts

van-der-graaf-generator_pawn-heartsPawn Hearts, quarto album in studio dei Van Der Graaf Generator, è certamente uno dei vertici raggiunti dal movimento progressive inglese, anche se resta un disco meno conosciuto rispetto ai massimi capolavori prodotti,  dai conterranei Genesis, Yes e Pink Floyd. Si tratta di un lavoro arcigno, le cui tre lunghe suite hanno un’architettura composita, che trasversalmente passa da suadenti armonie melodiche a parti più movimentate, da momenti rarefatti ed ipnotici ad altri dai contorni maggiormente dark-gotici e psichedelici.

Il leader indiscusso del gruppo, il carismatico Peter Hammill, aveva originariamente concepito la pubblicazione di un doppio vinile ma, successivamente, venne accantonata l’idea. Tre dei brani scartati che dovevavo far parte della quarta facciata furono fortunatamente inclusi nella versione rimasterizzata in CD, risalente al 2005, e precisamente Angle Of IncidentsPonker’s Theme e Diminutions.
Lemmings (including Cog) costituisce già la quintessenza di quanto sopra menzionato: atmosfere eteree, strutturalmente complesse, si alternano ad altre più incisive, ponendo in evidenza l’ottimo vocalism di Hammill e la perfetta simbiosi tra i fiati di David Jackson e le tastiere di Hugh Banton.
Man-Erg è introdotta efficacemente dal pianoforte, sul quale si dipanano liriche melodiose per poi aumentare d’intensità fino allo schizofrenico, marziale ed ossessivo tema centrale; tuttavia è la pacatezza del ritmo a primeggiare rendendo il brano molto vario, oltre che tra i miei preferiti del combo britannico. Da evidenziare la presenza dell’eccelsa chitarra elettrica del leader dei King CrimsonRobert Fripp, in veste di ospite.

La lunghissima A Plague Of Lighthouse Keepers è divisa in dieci sezioni, e costituiva il lato B del vinile; a tratti pacatamente melodica e triste, altre volte dall’incedere quasi inquietante, pone in risalto l’eccezionale virtuosismo tecnico dei musicisti, fino a raggiungere il tripudio finale con ancora Fripp sugli scudi (da notare che per aumentare il pathos la voce di Hammill è stata in alcuni frangenti reincisa su se stessa); dal punto di vista testuale la suite affronta tematiche esistenziali incentrate sulla solitudine e disperazione dell’ essere umano.

Pawn Hearts è un platter di nicchia, molto ispirato, dove la personalità di Hammill è in grado di sfidare addirittura la teatralità di Peter Gabriel. Giova ricordare che il disco entrò in Italia nella top ten delle classifiche di vendita, a conferma della forte predisposizione del nostro Paese verso le sonorità progressive (se leggo le classifiche attuali mi viene da vomitare!). I Van Der Graaf Generator si presero una lunga pausa, durata tre anni, fino alla pubblicazione del più modesto Godbluff, mentre Peter Hammill proseguirà la sua carriera da solista raccogliendo ulteriori successi.

Autentica gemma presente nella versione in vinile americana e nell’edizione in CD del 2005 la famosissimaTheme One, composta da Sir George Martin e che fu utilizzata come sigla radiofonica. Questo lavoro ha di fatto influenzato anche la partecipazione di David Jackson nella produzione del live prodotto dai nostrani Osanna che hanno voluto Jackson ai fiati durante il tour del 2005 e che ha prodotto un live nel quale il gruppo italiano e Jackson eseguono mirabilmente “Theme One” vero e proprio cavallo di battaglia dei Van Der Graaf Generator.

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