Se quella chitarra potesse parlare. Quattro chiacchiere con Maurizio Solieri.

SOLIERIIncontriamo Maurizio Solieri in una serata che minaccia temporale. E temporale c’è stato; ma nonostante tuoni e fulmini, ed una scrosciata d’acqua, quella che incontriamo oltre ad essere una persona squisita è un musicista serio e pacato, grande maestro, esempio per i tanti giovani e giovanissimi che occupavano la sala dell’auditorium di Casarano LUG. Tra i tanti artisti che finora ho avuto la fortuna di incontrare, Solieri ama parlare di musica come pochi, lui che aveva uno splendido futuro da “dottore”, lui cha ha deciso di fare della musica la sua scelta di vita. Quella con Vasco è ormai una storia vecchia, il professor Solieri sale in cattedra, silenzioso ed ascolta i tanti giovani che si alternano sul palco con le chitarre inforcate, gioca con loro a suon di note, si siede, un colpo di piede alla pedaliera, guarda il suo amplificatore, e poi ti fa pensare…. Ti ritornano alla mente personaggi come Clapton, Satriani, e tanti altri. Dalla sua chitarra escono fuori i suoni che ti aspetti, a volte invece sono suoni che ti fanno chiedere “ma da dove li sta tirando fuori”? Intanto, fuori piove ed aspetti il tuo turno per quella intervista che ci è stata concessa. Poi arriva il momento, ci sediamo e via, si parte…..
Ora io ho fatto il mio servizio giornalistico, Maurizio è stata una persona unica, e pensi “ah quanti musicisti così ci vorrebbero”. E pensare che è giunto qui in treno a causa di un incendio all’aeroporto di Fiumucino. Si vede che è stanco, ma un professionista come lui è di parola. Grande Maurizio,  grazie per quei pochi minuti che ci hai concesso, minuti che ci han fatto pensare che con te è tutta un’altra musica (rock e non solo).

Link all’intervista https://youtu.be/PRFt_SGKx1w (Intervista realizzata ’11.5.2015)

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